Considerazioni sull'Ehretismo da un neofita
Inviato: 4 marzo 2010, 22:32
Cari amici,
premetto subito che e' da poco tempo che ho avuto modo di avvicinarmi al pensiero di Ehret e cio' e' successo in modo del tutto casuale,contraddistinto dall'innata curiosita' che mi porta ad approfondire quasi tutto cio' che e' perlomeno singolare.Ho letto i suoi libri e vorrei che questo scritto potesse aiutare chiunque voglia cercare un'opinione obiettiva verso questa....come dire...filosofia di vita.La premessa e' che caratterialmente non sono certo uno che si lascia convincere o trascinare facilmente in nuove esperienze ed infatti dopo la prima lettura,ho colto diversi aspetti che emergono dal testo,che possono essere condivisibili o no,a seconda del bagaglio culturale che ci hanno trasmesso.Per me e' stato come riscoprire tante verita' che avevo sempre avuto e che dal mondo dell'infanzia sono state lentamente ma progressivamente spente in favore di un modus vivendi che ci viene imposto da persone a cui nulla importa dell'individuo in favore di una robotizzazione,di una massificazione che puo' solo avvantaggiare poche persone.Faccio un esempio tipico sull'alimentazione chiedendo se veramente ognuno ha una sua convinzione sul perche' sceglie determinati cibi al posto di altri,o se piuttosto questa sua convinzione e' dettata da insegnamenti che ha dovuto subire sin da piccolo.Posso aggiungere un altro luogo comune sulla frequenza dell'alimentazione:ci e' stato ripetuto sino alla nausea che bisogna assolutamente introiettare cibo che e' sinonimo di salute,forza fisica e mentale.
Di piu':come non essere d'accordo che consumiamo ben al di sopra delle nostre esigenze?
L'opinione che mi son fatto,premesso che sto' seguendo non integralmente questa dieta,in quanto sono all'inizio,e' che frantuma i limiti della cosiddetta scienza dell'alimentazione,autorizzando chiunque voglia provarci ad andare avanti,tenuto per mano dall'esperienza che Ehret ha descritto molto bene dopo averla provata su se stesso.Ed e' un cammino che puo' sempre avere un ritorno,ci mancherebbe!,ma che va detto chiaramente segna un confine ben deciso creando un prima ed un dopo la lettura.A mio avviso,dopo aver letto questi testi,non si potra' piu' far finta di niente e continuare ad alimentarsi come la societa' pretende,poiche' troppe verita' vengono messe sotto gli occhi e chiunque le puo' verificare.Ed e' sufficiente anche solo provare ad iniziare lentamente la scelta dei cibi consigliata per accorgersi che effettivamente vi sono riscontri pratici che si manifestano in un miglioramento fisico immediato.
E qui devo fermarmi,perche' non ho l'esperienza pratica per dare un giudizio sul rapporto digiuno-benessere che e' uno dei fulcri del pensiero di Ehret,digiuno inteso come pulizia e massima espressione salutistica fisica e mentale.
premetto subito che e' da poco tempo che ho avuto modo di avvicinarmi al pensiero di Ehret e cio' e' successo in modo del tutto casuale,contraddistinto dall'innata curiosita' che mi porta ad approfondire quasi tutto cio' che e' perlomeno singolare.Ho letto i suoi libri e vorrei che questo scritto potesse aiutare chiunque voglia cercare un'opinione obiettiva verso questa....come dire...filosofia di vita.La premessa e' che caratterialmente non sono certo uno che si lascia convincere o trascinare facilmente in nuove esperienze ed infatti dopo la prima lettura,ho colto diversi aspetti che emergono dal testo,che possono essere condivisibili o no,a seconda del bagaglio culturale che ci hanno trasmesso.Per me e' stato come riscoprire tante verita' che avevo sempre avuto e che dal mondo dell'infanzia sono state lentamente ma progressivamente spente in favore di un modus vivendi che ci viene imposto da persone a cui nulla importa dell'individuo in favore di una robotizzazione,di una massificazione che puo' solo avvantaggiare poche persone.Faccio un esempio tipico sull'alimentazione chiedendo se veramente ognuno ha una sua convinzione sul perche' sceglie determinati cibi al posto di altri,o se piuttosto questa sua convinzione e' dettata da insegnamenti che ha dovuto subire sin da piccolo.Posso aggiungere un altro luogo comune sulla frequenza dell'alimentazione:ci e' stato ripetuto sino alla nausea che bisogna assolutamente introiettare cibo che e' sinonimo di salute,forza fisica e mentale.
Di piu':come non essere d'accordo che consumiamo ben al di sopra delle nostre esigenze?
L'opinione che mi son fatto,premesso che sto' seguendo non integralmente questa dieta,in quanto sono all'inizio,e' che frantuma i limiti della cosiddetta scienza dell'alimentazione,autorizzando chiunque voglia provarci ad andare avanti,tenuto per mano dall'esperienza che Ehret ha descritto molto bene dopo averla provata su se stesso.Ed e' un cammino che puo' sempre avere un ritorno,ci mancherebbe!,ma che va detto chiaramente segna un confine ben deciso creando un prima ed un dopo la lettura.A mio avviso,dopo aver letto questi testi,non si potra' piu' far finta di niente e continuare ad alimentarsi come la societa' pretende,poiche' troppe verita' vengono messe sotto gli occhi e chiunque le puo' verificare.Ed e' sufficiente anche solo provare ad iniziare lentamente la scelta dei cibi consigliata per accorgersi che effettivamente vi sono riscontri pratici che si manifestano in un miglioramento fisico immediato.
E qui devo fermarmi,perche' non ho l'esperienza pratica per dare un giudizio sul rapporto digiuno-benessere che e' uno dei fulcri del pensiero di Ehret,digiuno inteso come pulizia e massima espressione salutistica fisica e mentale.