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Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 1 febbraio 2016, 13:33
da phidias81
Non metto in dubbio che i pianeti possano avere un influenza sulla nostra vita (maree giusto per dirne una al volo), ma all'oroscopo non credo minimamente. Non è comunque mia intenzione offendere chi possa farci affidamento.

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 1 febbraio 2016, 17:33
da Sama
Le maree sono fatte di acqua.
La stessa che è nel tuo corpo e nella tua mente (contenuta nel cervello).
Mi fermo qui perché siamo off-topic

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 1 febbraio 2016, 18:21
da O.P.T
Grazie Sama per le tue parole impregnate di sana verità e saggezza, mi hanno centrato!

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 1 febbraio 2016, 18:23
da O.P.T
mi riferivo a : Come la storia ci insegna, ovunque ci sia un percorso di verità, viene immediatamente denigrato, svilito e quindi privato del potere di mostrarsi apertamente.

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 1 febbraio 2016, 18:51
da Sama
Grazie OPT. Anche la tua ben documentata risposta sulla procaina è stata di notevole aiuto, a chiarire ancora di più un argomento delicato.

Rileggendo la risposta che ho dato a Phidias81 La stessa che è nel tuo corpo e nella tua mente (contenuta nel cervello). sott'intendevo che il corpo è fatto al 80% circa di acqua per cui è interamente soggetto a certe influenze e l'acqua (come sappiamo dalle ultime ricerche), ha una sua memoria molto forte.
Per estensione, potremmo dire che è la memoria dove va iscriversi il nostro "sistema operativo".
Ognuno di noi ha un carattere, una modalità di risposta alla vita ecc. già quando viene al mondo. Il famoso Jung, dopo un lungo soggiorno in India, incluse l'astrologia dell'antica India come mezzo di analisi dei suoi pazienti, lo aiutò fortemente a sviscerare il contenuto dei nostri simboli archetipici, quei simboli che operano in noi sub limine cioè sotto la superficie di cui non siamo coscienti.
Quegli stessi simboli che hanno una notevole forza da metterci in moto nella vita come anche attivare delle malattie.... previste dal nostro "Sistema Operativo" cioè dal nostro schema psicologico interiore.
La malattia non è mai un caso nella nostra vita.
E' uno straordinario mezzo di crescita, ci indica dove dobbiamo lavorare (se abbiamo bisogno di fare quel percorso lì).
Non è un caso se, persone che hanno lo stesso marcato disturbo o malattia, abbiano una analoga (o molto simile) configurazione astrologica.
Non è un caso se, persone che compiono analoghi atti importanti nella vita, abbiano una analoga(o molto simile) configurazione astrologica.
Questi sono fatti documentati, non "impressioni" o suggestioni.
Mi riferisco in tutto questo alla saggezza dell'antica India che si esprimeva in vari modi, tra cui anche questo.

Ho ritenuto di dover fare questo chiarimento altrimenti la mia affermazione verso Phidya poteva apparire sarcastica e questa modalità non mi appartiene.
Amo l'ironia ma non il sarcasmo.
Un caro saluto
Sama

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 1 febbraio 2016, 20:36
da O.P.T
Sono perfettamente in sintonia con te, sono convinto che l'astrologia sia una vera e propria scienza antica sulla quale si basavano dei quadri costituzionali e schemi di vita che potevano aiutare la persona, poi mercificata e denigrata con gli oroscopi da rivista da parrucchiera.
Per non parlare del discorso dell'acqua, molecola divina capace di trasportare qualsiasi informazione a noi e al cosmo.
Forse siamo fuori argomento ma in realtà è solo una visione più ampia e profonda di tutti i discorsi più radicalmente terrestri, non certo meno importanti, siamo comunque qua vincolati, in parte, alle leggi della materia. :) :) :)

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 1 febbraio 2016, 22:26
da luciano
Ho aggiunto due giorni fa questo, nella libreria, nulla a che fare con l'oroscopo.

Il Cielo in Movimento

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 4 febbraio 2016, 14:12
da phidias81
Cito per completezza altri metodi diagnostici descritti da Lorenzo in una pagina web del 2005, ma forse ancora attauali
Fonte qui http://www.xmx.it/denti.htm
l’identificazione del focus dentale : istruzioni

Consideriamo un alveolo con infiammazione cronica secondaria a decadimento di polpa e periodonto a causa di batteri, funghi o tossine. Elenchiamo gli strumenti per identificare questo fenomeno infiammatorio o “focus”.

Strumenti: ortopanoramica, lettura radiologica digitale, anamnesi, test della procaina, EAV o Vega test.

Strumenti meno comuni: Tac, (CAVITAT), termografia, valutazione batteriologica di campione bioptico

(Jerry Bouquot, Univ. West Virginia), test sulle tossine batteriche (Affinity Labeling Technology, email: shaley @altcorp. com).



la lettura digitale radiologica

La radiografia ovviamente non dà informazioni dirette sul fenomeno di decomposizione della polpa o su infezioni dentinali, però bisogna essere pronti a saper riconoscere osteiti condensanti, osteonecrosi, rarefazioni ossee che nei casi di denti cronicamente infetti ci fanno sospettare una focalità infettiva. Molto molto meglio è se la lettura viene effettuata con l'ausilio della lettura digitale computerizzata. La lettura della radiografia insomma può andare oltre la solita ricerca di aloni neri o anomalìe del riempimento del canale radicolare.

l'anamnesi

La presenza dei “cadaveri” (i denti devitalizzati) è semplicemente incompatibile con ogni tentativo di recupero dalla malattia cronica.

Gli esperti che hanno seguito i malati cronici fino alla loro guarigione non hanno dubbi: l’estrazione si rende tanto più necessaria quanto più l’organismo si è allontanato da un buono stato di salute. Quanto più si è allargato il focolaio infettivo tanto più sta impegnando le risorse del nostro sistema di difesa.

il test con procaina

Avevamo lasciato questo ammasso di cellule sotto il dente coinvolto in “scarica perpetua”, diciamo a 10 mv, mentre normalmente tutte le cellule sono polarizzate a 100 mv.

Andando a fare un’iniezione di procaina, la massa di cellule si ripolarizza abbastanza fino a far scomparire l’effetto a distanza.

La radice del dente sotto indagine viene trattata con un’iniezione di procaina (senza aggiungere altro, né vasocostrittori né conservanti), che resetta temporaneamente i tessuti ossei dentali coinvolti da infiammazione cronica per cui un sintomo direttamente correlato all'infiammazione (un mal di testa, ad es.) recede per una dozzina di ore, ovvero per il tempo in cui fa effetto l'anestetico.

l'EAV o Vega test

Scrive Cignetti [2001]: il focus dentale (un’osteite, un granuloma o la presenza di batteri in corrispondenza di un dente devitalizzato), può essere meglio visualizzato mediante tecniche bio- elettroniche (EAV o Vega test) in quanto spesso ai raggi X non è possibile evidenziarlo”.

Non è sempre facile con il Vega test capire quale è il peso di una focalità rispetto a quello di altri stressori che sicuramente sono presenti allo stesso tempo. Miclavez ad esempio consiglia che il dente “campo di disturbo” deve essere estratto se sono necessarie tre o più fiale di “osteitis” per neutralizzare la caduta di indice dell'apparecchio Vega (concetto di intensità relativa del campo di disturbo).

Una misura della portata del focolaio è ottenibile anche in quest'altro modo: “Se non ci sono significativi miglioramenti nell’organo corrispondente dopo tre iniezioni di procaina a distanza di una settimana, il focus deve essere bonificato, cioè il dente deve essere estratto e la cavità del dente trapanata” [Daunderer 2001].

L'apparecchio Vega o EAV serve anche per evidenziare altri eventuali campi di disturbo, ad es. le viti metalliche usate nell'implantologia.Le viti metalliche che funzionano da impianti dentali, usando le parole di Pischinger, “portano con sé un importante fattore di disturbo, determinato dall'infissione di un materiale non riassorbibile né eliminabile nel contesto del connettivo lasso”. Il medico che ha come obiettivo del suo lavoro il ripristino delle capacità di regolazione dell'organismo si avvicinerà ad esse come ad un'altra bomba ad orologeria, che sarà tanto più pesante sul sistema di regolazione quanto più peggiorano le condizioni di salute di un individuo. Per cui il monito ad una persona con disturbi inspiegabili e soprattutto ad una persona con malattia cronica è lo stesso (“PERICOLO: campi di disturbo”) e mi sento esentato dal dover produrre una filippica anche contro l'implantologia.

Battistoni [1998], usando come esempio una bocca con molti impianti metallici e varie cure canalari, scrive che questi pazienti “possono in qualunque momento sviluppare una patologia focale (concetto della bomba ad orologeria) e necessitano oltre che di frequenti controlli all'EAV, anche di un'idonea terapia volta a mantenere il più possibile efficienti i sistemi depuranti dell'organismo. Terapia che non sempre riesce ad evitare l'insorgenza di patologie organiche da impianti e terapia che spesso non consente di raggiungere un punto dove è possibile risolvere le patologie stesse senza dover rimuovere gli impianti. Ciò ad esempio è avvenuto per la paziente di cui vediamo l'ortopanoramica in fig5 (vari impianti metallici e vari denti devitalizzati), che soffriva di una grave forma asmatica, insorta dopo il posizionamento degli impianti in regione premolare superiore e molare inferiore di destra, in cui è stato necessario rimuovere ambedue gli impianti presenti, dopo numerosi tentativi di terapia omotossicologica, per ottenere un miglioramento sintomatologico. La soluzione in questo caso è stata parziale a causa del rimaneggiamento osseo della zona a seguito del posizionamento degli impianti e della loro successiva rimozione. Si è comunque passati da crisi asmatiche quotidiane a crisi molto più leggere che si presentavano circa due volte all'anno e si è riusciti va sospendere la terapia con broncodilatatori, cosa in precedenza assolutamente impensabile”.

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 4 febbraio 2016, 14:35
da phidias81
Vorrei ancora chiedere una cosa per quanto riguarda l'utilizzo della neuralterapia a scopo diagnostico.
Se ad esempio ho 6 denti-siti di estrazioni possibili sospetti di cavitazioni, inietto la procaina contemporaneamente a tutti solamente per verificare che la causa dei sintomi sia la bocca, e poi magari nei giorni seguenti lo faccio selettivamente per associare ciascun dente al sintomo, o per dichiarare il dente "sano", oppure bisogna farlo fin dall'inizio uno alla volta?
Il tutto ovviamente rispettando le dosi massime, che secondo questo sito http://acquacluster.blogspot.it/2012/03 ... na-in.html
I dosaggi massimi da non superare mai sono 120-200 mg per seduta se non si è operatori molto esperti, altrimenti attenersi ad un dosaggio massimo di 200-240 mg per seduta.
Infatti, sebbene la scuola tedesca preveda un dosaggio massimo di Procaina di 400 mg (quindi di 10 fl da 2 ml o 4 fl da 5 ml) la scuola italiana lo ritiene comunque troppo aggressivo, (così come ritiene altresì troppo aggressive le tecniche infiltrative tedesche!) e suggerisce di attenersi al dosaggio massimo iniziale di volume uguale a 5-6 ml (corrispondente a quello di 3 fiale da 2 ml oppure una 1 fl da 5 ml), e comunque, anche una volta acquisita esperienza, ad un volume massimo di 10-12 ml al 2% (in pratica ad un massimo di 5-6 fiale da 2 ml o di 2 fiale da 5 ml) per seduta neuralterapica.

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 4 febbraio 2016, 15:02
da luciano
Penso che vada fatto dente per dente. Non so se esista una reale "scuola italiana" quelle sono opinioni di chi ha scritto quelle considerazioni che ha diviso a metà quanto deciso dai tedeschi dopo aver fatto le dovute sperimentazioni. Gli italiani sono maggiormente cagasotto.

Penso che invece si debba considerare la sensibilità alla procaina del singolo individuo e quindi con questo assunto provare partendo da dosi basse fino a trovare quella ottimale che darà risultati soddisfacenti, ma non su una base fissa generalizzata.

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 4 febbraio 2016, 21:10
da O.P.T
In realtà la dose deve essere minima se si prende il punto giusto, altrimenti ti fai una anestesia! Penso che il post sul dosaggio sia riferito alla dose di procaina come anestetico e non nel suo utilizzo come riprogrammatore cellulare.

Per quanto riguarda dove farla farei come dice Luciano , un dente alla volta.

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 4 febbraio 2016, 23:54
da luciano
O.P.T ha scritto:In realtà la dose deve essere minima se si prende il punto giusto, altrimenti ti fai una anestesia! Penso che il post sul dosaggio sia riferito alla dose di procaina come anestetico e non nel suo utilizzo come riprogrammatore cellulare.
Mi era sfuggita la differenza, non ho letto con attenzione il post di phidias81. Chiedo venia. :D
L'estratto del post di aquacluster citato da Phidias si riferisce all'uso come riprogrammatore, non diagnostico, il mio commento era riferito a quelll'estrato. leggendo l'intero post parla dei due casi, mi pare.

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 5 febbraio 2016, 18:09
da phidias81
Scusate se ho fatto confuzione da novizio.
Non so pechè ma avevo dato per scontato che quando si fa la prova diagnostica si usa la stessa dose della neuralterapia per resettare, che se non ho capito male dovrebbe essere di 1ml di rocaina al 2% per ogni dente.

Quindi per la prova diagnostica ne va usata ancora di meno?

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 10 febbraio 2016, 21:25
da phidias81
Per fare la prova diagnostica con la Procaina quindi inietto solo "qualche goccia". Come posso stimare in ml il qualche goccia?

Inoltre da quanto ho capito l'effetto dovrebbe durare massimo 12 ore.
Il giorno successivo posso già testare un altro dente, o quanti giorni devo far passare tra più denti testati?

Re: Metodi diagnostici di cavitazioni: sommario

Inviato: 18 febbraio 2016, 12:25
da phidias81
Sul "Test Hanneke" per la diagnosi con la procaina, mi sembravano interessanti questi passaggi estrapolati da Dentology and General Practice
One must exclude in a single sitting, by Novocaine injection (Cofficaine, Impletol, etc.) which is given submucously at the level of the apex, all places which were designated as suspect by the dental focus-related examination. In this, the following 4 peculiarities are to be observed:

In contrast to other organs, freedom from complaints is required only for 8 hours here - for being able to speak of a positive Seconds Phenomenon, assuming its repeatability.
A negative test result does not preclude that the teeth are causing the illness in question. Why only here this exception applies is not known.
A permanent success through repeated injections is not to be expected here - in contrast to other disturbance fields; here, only surgical sanitization leads to success.
The success after extractions and surgical sanitizations does frequently not set in immediately but only 4-6 weeks later.

Speaking of failure, I must also mention a situation which is found relatively often and it defeats all therapies. This is the condition of “regulatory rigidity” or the “blockage situation,” which frequently develops under the influence of foci or disturbance fields.
During our last Freudenstadter Seminar, a colleague placed the justified question during the roundtable exchange: why a dentist so rarely experiences a Seconds Phenomenon during the placing of an anesthesia, resp. an extraction, since the teeth so frequently cause a distant ailment. On this, the following may be stated in summary:

As a rule, a nerve-dead tooth is rarely the only one, and all pathologic conditions in the odontogenic area constitute a connected unit, in the disease-causing sense.
The removal of disturbance field characteristics depends on the type of injection of the local anesthesia, wherefore the application of a conduction anesthesia in the lower jaw cannot happen.
The Huneke test is not as reliable in the odontgenic area as in other places - according to our experience, only in about half of the cases.
Undoubtedly, there are cases where the positive Huneke Phenomenon happens during local anaesthesia, but neither the dentist nor the patient pay attention to it, being excited otherwise. Moreover, the dentist does not know the other ailments of the patient. Therefore, the effect of the Novocaine injection is brought into no connection with the suddenly appearing improvement of distant complaints.