...ho fatto la mezza maratona...!
Inviato: 11 marzo 2009, 14:58
Ebbene si!
Ho fatto la Roma-Ostia, una classica mezza maratona che si svolge ogni anno dal quartiere uffici dell'EUR (dove peraltro lavoro) ad Ostia, cioè al mare, vicino a dove abito....una corsa quasi domestica, insomma.
Un percorso che faccio quotidianamente in macchina e che mai avrei immagginato di fare di corsa.
Da quando ho riniziato ad allenarmi un po' ed a gareggiare si è fatta largo l'idea di fare questa gara "lunghissima" per me che in gioventù ero un velocista.
Insieme a mio fratello ci siamo posti l'obiettivo di arrivare alla fine (il che è già un bel traguardo) e quindi abbiamo impostato la corsa su un ritmo lento ma costante....e ce l'abbiamo fatta!
L'orgoglio di raccontarvi la corsa risiede nella "tigna" (come si dice a Roma) cioè nella determinazione di raggiungere con sacrificio ed abnegazione l'obiettivo che ci si è posti.
La partenza è stata tranquilla, un po' lenta ma costante, senza strattoni anche alla luce del fatto che i primi 7-8 chilometri presentavano molte salite "spezzacosce".
L'aria gelata bruciava i polmoni ad ogni inspirazione e si ripercuoteva su tutta la cassa toracica che sentivo inebriata di potente energia ed al contempo fiaccata da un clima ostile.
All'8° chilometro sono rimasto solo perchè con mio fratello ci siamo separati e da lì, per tutti i rimanenti 13 Km, è stato uno splendido e faticoso dialogo con me stesso, in solitaria e, come se non bastasse, sotto una pioggerellina fine e gelata.
Il blocco alla bocca dello stomaco che avevo provato nel corso della mia gara di settembre sui 10 Km (vedi mio post 10 km dopo venticinque anni) era assolutamente scomparso ed anche il naso, miracolo dei miracoli, era completamente libero.
Quest'ultimo aspetto, che racconterò tra i miei successi, ha veramente del miracoloso perchè dopo oltre 10 anni il naso si è completamente liberato e mi consente di respirare "a tutta narice".
Non sento fatica (anche perchè comunque corro ad un ritmo non eccessivo) ed ho solo una gran voglia di arrivare fino in fondo. Dopo il 14° chilometro la pioggia aumenta e le gambe cominciano a raffreddarsi ma mantengono tutta la loro vigoria.
Ecco i banchetti del punto di ristoro.
Ignoro l'acqua ed acchiappo al volo due pezzi d'arancia, inizio a succhiarne uno avidamente e ne sento ogni goccia scorrere direttamente sotto pelle. E' un brivido di goduria. Non potevo essere più contento di così: un sapore ed un fresco esaltati dal bisogno dello sforzo, una carica d'energia nel momento di maggior bisogno.
Soltanto i piedi, la pianta dei piedi, inizia a dolermi per la mancanza di abitudine alla corsa sull'asfalto.
Eccomi. Sto arrivando al mare...!
Quando arrivo al mare, e siamo al 17° Km, mi emoziono. Sì.
Una grande emozione perchè sento che ho già fatto tanto e che mai e poi mai mi potrei arrendere così vicino al traguardo.
Le gambe adesso sono zuppe d'acqua e gelate ma continuano ad andare. E' il momento di "doparmi"...estraggo dal taschino del pantaloncino la mia riserva segreta: uvetta! Pochi acini di uva passa ed il pensiero fisso agli amici del Forum, al desiderio di raccontarvi questa mia piccola impresa.
L'ultimo rettilineo di 2 Km è un calvario: appena girata la curva una folata di aria gelida di tramontana cerca con tutti i mezzi di fermarmi ma ormai non è più possibile. Raccolgo le energie residue, continuo a dirmi che sono bravo. Mi ripeto frasi incoraggianti e mi esalto.
Arrivo e so che merito tutta la mia stima....
…e tutto sommato non sono neanche troppo stanco!
Ciao a tutti.
Ci vediamo alle gare su pista.
Gianluca
p.s.: il mio tempo di recupero è stato fantastico; appena finita la gara ho mangiato uvetta e mandorle e dopo un'ora stavo già bene. A fine gara ero calato 4 chili ma li ho recuperati prima di sera. Il giorno dopo neanche indolenzimento muscolare.
Un buon test.
Ho fatto la Roma-Ostia, una classica mezza maratona che si svolge ogni anno dal quartiere uffici dell'EUR (dove peraltro lavoro) ad Ostia, cioè al mare, vicino a dove abito....una corsa quasi domestica, insomma.
Un percorso che faccio quotidianamente in macchina e che mai avrei immagginato di fare di corsa.
Da quando ho riniziato ad allenarmi un po' ed a gareggiare si è fatta largo l'idea di fare questa gara "lunghissima" per me che in gioventù ero un velocista.
Insieme a mio fratello ci siamo posti l'obiettivo di arrivare alla fine (il che è già un bel traguardo) e quindi abbiamo impostato la corsa su un ritmo lento ma costante....e ce l'abbiamo fatta!
L'orgoglio di raccontarvi la corsa risiede nella "tigna" (come si dice a Roma) cioè nella determinazione di raggiungere con sacrificio ed abnegazione l'obiettivo che ci si è posti.
La partenza è stata tranquilla, un po' lenta ma costante, senza strattoni anche alla luce del fatto che i primi 7-8 chilometri presentavano molte salite "spezzacosce".
L'aria gelata bruciava i polmoni ad ogni inspirazione e si ripercuoteva su tutta la cassa toracica che sentivo inebriata di potente energia ed al contempo fiaccata da un clima ostile.
All'8° chilometro sono rimasto solo perchè con mio fratello ci siamo separati e da lì, per tutti i rimanenti 13 Km, è stato uno splendido e faticoso dialogo con me stesso, in solitaria e, come se non bastasse, sotto una pioggerellina fine e gelata.
Il blocco alla bocca dello stomaco che avevo provato nel corso della mia gara di settembre sui 10 Km (vedi mio post 10 km dopo venticinque anni) era assolutamente scomparso ed anche il naso, miracolo dei miracoli, era completamente libero.
Quest'ultimo aspetto, che racconterò tra i miei successi, ha veramente del miracoloso perchè dopo oltre 10 anni il naso si è completamente liberato e mi consente di respirare "a tutta narice".
Non sento fatica (anche perchè comunque corro ad un ritmo non eccessivo) ed ho solo una gran voglia di arrivare fino in fondo. Dopo il 14° chilometro la pioggia aumenta e le gambe cominciano a raffreddarsi ma mantengono tutta la loro vigoria.
Ecco i banchetti del punto di ristoro.
Ignoro l'acqua ed acchiappo al volo due pezzi d'arancia, inizio a succhiarne uno avidamente e ne sento ogni goccia scorrere direttamente sotto pelle. E' un brivido di goduria. Non potevo essere più contento di così: un sapore ed un fresco esaltati dal bisogno dello sforzo, una carica d'energia nel momento di maggior bisogno.
Soltanto i piedi, la pianta dei piedi, inizia a dolermi per la mancanza di abitudine alla corsa sull'asfalto.
Eccomi. Sto arrivando al mare...!
Quando arrivo al mare, e siamo al 17° Km, mi emoziono. Sì.
Una grande emozione perchè sento che ho già fatto tanto e che mai e poi mai mi potrei arrendere così vicino al traguardo.
Le gambe adesso sono zuppe d'acqua e gelate ma continuano ad andare. E' il momento di "doparmi"...estraggo dal taschino del pantaloncino la mia riserva segreta: uvetta! Pochi acini di uva passa ed il pensiero fisso agli amici del Forum, al desiderio di raccontarvi questa mia piccola impresa.
L'ultimo rettilineo di 2 Km è un calvario: appena girata la curva una folata di aria gelida di tramontana cerca con tutti i mezzi di fermarmi ma ormai non è più possibile. Raccolgo le energie residue, continuo a dirmi che sono bravo. Mi ripeto frasi incoraggianti e mi esalto.
Arrivo e so che merito tutta la mia stima....
…e tutto sommato non sono neanche troppo stanco!
Ciao a tutti.
Ci vediamo alle gare su pista.
Gianluca
p.s.: il mio tempo di recupero è stato fantastico; appena finita la gara ho mangiato uvetta e mandorle e dopo un'ora stavo già bene. A fine gara ero calato 4 chili ma li ho recuperati prima di sera. Il giorno dopo neanche indolenzimento muscolare.
Un buon test.