E agli altri rispondo:
@ braveheart, ricordo infatti la frase di Ehret che anche troppo cibo buono è dannoso.
Però non me lo spiego!
Ehret era convinto che il corpo umano fosse un motore ad aria/gas. Quindi se le condizioni sono giuste, secondo lui, il vero nutrimento lo prenderebbe dall'aria e la frutta sarebbe una specie di surplus, più un medicinale che un cibo fonte di nutrimento.
Posto che non sono pienamente convinto di questo, mi viene da pensare che allora il cibo a qualcosa serva. (A parte che con l'aria di città uno morirebbe in 48 ore . . .
).
E allora se il cibo serve a qualcosa, la frutta e la verdura servono a qualcosa. A guarire il corpo prima di tutto e poi a costruirlo con il materiale migliore.
Lo stomaco gonfio è un avvertimento che si è mangiato troppo in quel pasto e questa secondo me può essere la spiegazione alla frase di Ehret sul "troppo cibo buono": nello stesso pasto, non mangiare fino al mal di stomaco.
Altro punto: la fame secondo Ehret e anche altri igienisti, la maggior parte delle volte è "falsa fame", perchè la sensazione è simile a quella della fame "vera": lo stomaco in realtà sta sciogliendo depositi di muco o qualcosa di simile. La vera fame dovrebbe essere accompagnata da acquolina in bocca ecc.
Quindi abbiamo due ipotesi:
1 - mangiare solo se si ha fame, non più di 2 volte al giorno, senza esagerare (diciamo in tutto 3 kg di frutta al giorno compresi pomodori zucchini e cetrioli e 500 g di verdura a foglie).
2 - mangiare tenendo conto delle calorie seguendo più o meno gli standard di sempre (3000 kcal - uomini; 2000-2500 - donne).
(Ricordiamo che le calorie di un kg di zucchero raffinato non sono paragonabili a quelle di un kg di banane, giusto per la cronaca.)
Secondo (1), si deve seguire il corpo;
Secondo (2), si deve istruire il corpo a mangiare abbastanza frutta, dopodichè si deve seguire il corpo;
- Dal punto di vista (2), quelli che seguono (1) presto o tardi finiranno irrimediabilmente per ricascare nel consumo di cibi cotti, riso, pasta patate ecc. o consumeranno troppi grassi, avocadi noci ecc.,
perchè non stanno mangiando abbastanza frutta dolce e cercano fonti di "calorie" (carboidrati) in quelle che il corpo riconosce.
[Questo posso confermarlo, infatti se mangio poca frutta sono attratto da riso grano patate e pizze.]
Sempre secondo (2), se si mangia poco si rischia di incappare in problemi di salute (per la verità mai espressi chiaramente) sul lungo termine.
- Dal punto di vista (1), quelli che seguono (2) stanno mangiando troppo, sovraccaricando gli organi digestivi e creando muco, autointossicandosi con il cibo e ricascando nel "samsara" della salute/malattia.
[Questo posso anche più o meno confermarlo in quanto l'anno scorso che "mangiavo poco" mi sarà venuto una volta il raffreddore e quest'anno che "mangio troppo" mi è già venuto 4 volte. Disintossicazione? Intossicazione? Mah.
Ma comunque se mangio poca frutta finisco a mangiare patate perchè ho bisogno di energia. Dubbi su dubbi, staremo a vedere.]
Concordo, Ehret poteva lasciare delle quantità indicative. "Troppo" e "Poco" sono due termini estremamente vaghi. Per me ora 15 banane al giorno possono essere "poche", per me un anno fa erano decisamente "troppe".
Più o meno ho riassunto i punti di vista rispettivamente di Arnold Ehret e di Doug Graham.
Sulla rete si trovano fruttariani che mangiano 5 mele al giorno e dicono di stare in salute e vegan-crudisti che mangiano 50 banane al giorno e dicono di stare in salute.
Spesso chi mangia poco fa anche poca attività fisica, mentre chi mangia di più fa attività fisica pesante e mette anche su massa muscolare.
Mai visto uno che mangia 5 mele al giorno e corre le ultramaratone.
Sinceramente mi fido di più dell'atleta piuttosto che del sedentario, così a senso.
E' facile dire che si sta "bene" e poi si stramazza al suolo dopo una corsetta per prendere il tram o dopo che si caricano delle cassette di frutta in macchina.
Molti predicano anche cosa sia "naturale" e cosa "innaturale". Per esempio secondo alcuni la corsa è innaturale, camminare invece no.
Tutto questo prendendo come riferimento un ipotetico scenario perfetto e paradisiaco esistito X milioni di anni fa in cui gli uomini mangiavano frutta e facevano l'amore tutto il giorno. Uhm... di cosa stiamo parlando? A cosa stiamo credendo?
Cos'è naturale?
Naturale forse è: quello che ci ispira fare in un dato momento.
Ma ci sono anche delle linee guida da seguire secondo me: ad esempio se ipoteticamente ora mi ispirasse mangiarmi un doppio cheeseburger, non sarebbe comunque naturale.
So che è difficile mettere TUTTA LA NOSTRA PERSONA in discussione, ma dobbiamo cercare di considerare tutte le possibilità e non solo quella che più si avvicina al nostro "sogno". Siamo usciti con tutte le difficoltà dal sogno (o incubo) che vivevamo prima di alimentarci in modo naturale. Ora quindi cerchiamo di non fare semplicemente ingresso in un altro sogno, cerchiamo risposte e mettiamoci in gioco!
Scrivete cosa ne pensate
Ciaoo