Phabia ha scritto:Cmq molto probabilmente anch'io seguirò l'esempio del tuo amico... mi invento qualcosa in proprio...
Mi sembra davvero un'ottima idea!
Phabia ha scritto:E' anche vero che ci sono 2 gruppi di persone: benestanti (per vari motivi, di mercato, di leggi, di fortuna) ed altri che stanno meno bene
Non esistono due gruppi di persone. Quella è un'apparenza, esiste invece la tendenza a ragionare per stereotipi, ricchi e poveri, padroni e lavoratori, e altre stupidaggini.
Non sono condizioni fisse, una persona ricca potrebbe diventare povera e una povera diventare immensamente ricca, tanto per fare un esempio.
Ma se uno si ritiene un lavoratore che è sfruttato dai padroni bastardi e si identifica in quel ruolo, rimane bloccato in quella credenza e non ha alcuna speranza di raggiungere una posizione agiata se prima non si libera di quella credenza. Uno non può diventare ricco se il ricco rappresenta ciò che uno odia o di cui ha invidia.
Inoltre uno sempre causa la condizione in cui si trova, non importa quanto apparentemente possa sembrare che sia frutto di circostanze che non sono sotto il suo controllo. Ho visto molti casi e ho le prove anche su me stesso.
Uno del mio paese natale cadde da un albero molto alto e alla fine i medici fecero del loro meglio e lui uscì senza un braccio, amputato all'attaccatura della spalla.
I suoi genitori si attivarono per fargli ottenere tutto quanto che gli spettava di diritto in quanto invalido civile, una piccola pensione, stampelle e quando sarebbe stato il momento gli avrebbero dato un posto in comune dove non avrebbe dovuto fare nulla, mantenere un archivio che a nessuno interessava se fosse aggiornato o meno.
Lui rifiutò tutto questo. Non voleva fare l'invalido di mestiere, aveva altri progetti.
Faceva la terza media. Finita la terza media andò a lavorare da un barbiere dove faceva le pulizie, e le faceva molto bene, destreggiandosi con la scopa e una paletta con il manico lungo che velocissimamente cambiava alternativamente.
Contemporaneamente andava alla scuola serale per disegnatori, disegnava con tecnigrafo e matita con una mano sola aiutandosi con la spalla.
Ora è un architetto affermato, grande osservatore, e quando gli danno la mano per salutarlo offre la sinistra girata in un modo che alcuni non si accorgono nemmeno che non è la mano destra, che non ha più.
Lui non ci ha mai creduto che era diventato un invalido, come sostenevano tutti quelli che gli stavano intorno dandogli compassione, che lui definiva nauseante.