Come detto nel post precedente ho interrotto qualche giorno il diario per via dei preparativi di uno stupendo giro in montagna in tenda con la famiglia, a cui si è aggregata anche mia sorella con compagno e figlia.
Adesso la cronaca degli ultimi giorni.
GIORNO 13
4 agosto 2015
mattino: 400 ml di acqua e succo di un limone.
pranzo: 800 ml di acqua.
cena: 400 ml di tisana alla cannella.
GIORNO 14
5 agosto 2015
mattino: 800 ml di acqua tiepida ed un cucchiaino di curcuma.
pranzo: 800 ml di acqua.
cena: 400 ml di tisana al limone e zenzero.
GIORNO 15
6 agosto 2015
mattino: 800 ml di acqua tiepida e due cucchiaini di curcuma.
pranzo: 1000 ml di succo ml di succo di melone, pesca.
cena: 800 ml di tisana ai frutti e fiori di bosco.
GIORNO 16
7 agosto 2015
mattino: 500 ml di tisana fragola e lampone.
pranzo: 400 ml di acqua limone e sale rosa himalayano.
cena: 400 ml di tisana alla cannella.
GIORNO 17
8 agosto 2015
mattino: 350 ml di tisana al limone e salvia.
pranzo: 1000 ml di succo ml di succo di melone e carota.
cena: 800 ml di acqua limone e sale rosa himalayano.
Descrizione.
Salto la descrizione dei primi due giorni per dare spazio a quella meravigliosa avventura vissuta in montagna.
Il giorno 15 nel primo pomeriggio siamo partiti in sette per una camminata di due giorni nella natura, dormendo in tenda. Quattro adulti una ragazza di 14, due bimbe di 9 e 7 anni. Partenza dopo pranzo verso le due. Per rassicurarmi ho bevuto il succo di melone. Sulla mia schiena uno zaino di quasi 40 kg.
Partiamo da Palù del Fersina a 1500 m e raggiungiamo il rifugio Setteselle a 2000 m. Tutta salita più o meno ripida. I primi venti minuti sono i più duri. Penso che avrei bisogno di più energia. Poi rallento il passo senza fermarmi, mi concentro, il respiro diventa regolare. Sento la fatica ma diventa un'amica di salita.
Continuo a ripetermi che sto solo accelerando la disintossicazione. Sono stanco, lo zaino è davvero pesante, contiene anche quello che le bimbe non riescono a portare. Mi faccio coraggio a sentire l'allegria delle bambine a salire ed a pensare che questa notte bivaccheremo in tenda.
Poi l'arrivo alla meta, In circa due ore siamo tutti al rifugio, contenti e sudati. La giornata per essere a 2000 m alle 5 del pomeriggio è ancora calda. Mezz'ora per riprendersi e poi la festa nel montare le tende. Un grazie anche a Lorenzo, gestore del rifugio, cordiale e disponibile.
Tolto il sottoscritto che ha cenato con una meravigliosa tisana, gli altri si sono concessi una cena tipica a base di specialità trentine. Verso l'ora di ritirarci, Lorenzo ci chiama e da una finestra ci mostra la discesa delle volpi. Immaginate le facce delle bimbe (e quelle degli adulti!).
La notte è passata tra alzarmi ad andare ad urinare, smaltire fastidiosi crampi alle gambe e guardare un cielo da fiaba, se ho dormito due ore sarà stato tanto. Alle 9:30 avevamo impacchettato tutto, salutato Lorenzo e ripartiti per il lago Erdemolo. Qui si possono scegliere due sentieri, quello basso e quello alto, Noi non ci siamo fatti mancare nulla.
Qui la fatica è stata improba, la prima rampa che porta ad oltre 2200 m ha dei tratti ripidissimi, la disintossicazione è fortissima e l'acqua divisa 7 me la sarei bevuta tutta io. Qui la decisione di ripartire un po di carico del mio zaino con gli altri ed a sorpresa mia figlia di 14 anni si è presa un peso sulla schiena che mi ha quasi commosso.
In cima al valico l'idea, acqua limone e sale rosa himalayano (miracoloso contro i crampi!), ne avrei bevuto il doppio, ma l'acqua ci doveva bastare sino al lago. L'itinerario prevede tre ore di cammino, ma con zaini e bimbi dobbiamo metterne in conto almeno quattro!
Mi riprendo. Parte del sentiero è coperto da una frana che in alcuni punti si attraversa aggrappandosi anche con le mani. Attraverso per primo e torno indietro a prendere gli zaini di chi ha paura di perdere l'equilibrio.
Proseguiamo il cammino, il sole ci continua ad accompagnare ed a cuocere. Incontriamo delle guardie forestali che ci fanno i complimenti per aver scelto la via alta con bimbe e zaini di quelle dimensioni. Il paesaggio è spettacolare, si passa tra valichi e selle, in alcuni punti si è al centro di due valli parallele col vento che soffia come se volesse farci cadere.
Sino all'ultimo valico, poi la vista del lago; oltre cinque ore di cammino. Abbiamo fatto qualche pausa in più, ma in questo gioco non conta chi arriva primo, ma chi arriva.
Al lago oltre i 2000 m il ghiacciaio è sciolto e diverse persone si tuffano e nuotano come se fossimo a Rimini. Poi scende la sera e tutti rincasano restiamo solo noi.
Dopo una cena cucinata sul fornelletto da campeggio, tranne che per il sottoscritto, idea bizzarra. Facciamo un bel falò per scaldarci. Di alberi attorno ce ne sono pochi, ma la natura è sempre generosa. Alla fine mi sono arrampicato come uno stambecco e con il seghetto del coltellino svizzero abbiamo raccolto legna per goderci una fiamma che è durata per più di un'ora.
Le bambine erano al settimo cielo, noi adulti sfiniti ma con la gioia nel cuore. Ci siamo congedati, sicuri di passare una notte solo a dormire.
Ma le avventure hanno sempre qualcosa da regalare di cui non ti aspetti. Verso mezzanotte mia moglie mi sveglia preoccupata. Nella valle dove siamo solo noi ha sentito delle voci e delle grida. Le dico che forse qualcun altro ha deciso di campeggiare e di rimettersi a dormire.
Ma vedo che rimane seduta in ascolto. Ad un certo punto sento la netta presenza di animali vicino alle tende, spero nelle volpi, ma il cuore aumenta i battiti, poi ancora dei gemiti in lontananza.
Quindi usciamo, degli animali nessuna traccia, si saranno spaventati, ma davanti al rifugio chiuso da qualche anno, ci sono luci e strano movimenti. Decidiamo di andare a vedere. Rimanere in tenda coi sospetti è il modo migliore per non dormire. Ci avviciniamo con la torcia accesa, io ho un cappuccio ed una giacca scura. Come gli ospiti ci avvistano, ci chiedono chi siamo allarmati, non si erano accorti di noi! A me scappa un buona notte con voce dell'oltre tomba. Questi si avvicinano ai loro bastoni, poi irrompe mia moglie che li saluta con voce gentile.
Noi gli spieghiamo che abbiamo sentito strani rumori che ci hanno svegliati, loro si scusano, stanno praticando arti marziali in notturna ed erano convinti di essere soli. Ridiamo e parliamo qualche minuto.
Poi finalmente a dormire.
Ma non basta, le tende cominciano ad illuminarsi a giorno, ed ecco che arriva un bel temporale di alta montagna. Piove tutta notte. Le bimbe si svegliano e cominciamo a fare battute e ridere. Poi loro si riaddormentano.
Per me seconda notte in bianco. Alla mattina non piove più ma il cielo invita a rientrare. Lo spettacolo è mozzafiato, pecore che alpeggiano, stambecchi sui crinali in alto che ci osservano aspettando il momento che andiamo per accostarsi al lago ad abbeverarsi. Quindi la decisione, smontiamo il bivacco e torniamo verso l'auto a Palù. Due ore di discesa a piedi. Per strada incontriamo gitanti che salgono, molti ci chiedono come è stato passare la notte sotto pioggia e fulmini. Fantastico!
A casa verso l'ora di pranzo ho bevuto un litro di succo melone e carota per reidratarmi. L'impegno per il fisico è stato notevole per tutti, Ho retto come gli altri nonostante aver passato i quindici giorni di digiuno.
L'esperienza ci ha arricchito tutti, le ragazze non stavano più nella pelle e noi adulti eravamo in grande armonia. Tutti abbiamo detto che è da rifare. Io mi sono sentito grato.
Partendo non sapevo se sarei riuscito a farcela, durante il cammino del secondo giorno alcuni momenti sono stati molto duri, disintossicazione al massimo e poca acqua da bere. Ma dentro e fuori di noi c'è una forza che ci guida, il sistema di Ehret ci aiuta a ritrovare questa forza ed anche noi stessi.
P.S.
Notevole anche "La Filosofia del Digiuno" di Purigton.
Al prossimo giorno.