Lorenzo ha scritto:.. Tu mi stai scrivendo che cerchi un dentista che metta in relazione i tuoi disturbi con i giusti denti devitalizzati coinvolti?
Cristalgri ha scritto:Esiste?|
Sul forum lo sappiamo che non esiste il dentista su cui scaricare l'
analisi neurofocale, ovvero il dentista italiano cui lasciare la decisione di quali malattie tue scompariranno con quale estrazione o curettaggio necrosi dentali.
Ma lì ero stato contattato in privato da una persona che probabilmente non aveva mai letto il forum.
La mia domanda voleva sventare eventuali possibilissimi equivoci. Ponendo la domanda rompo l'incertezza e capisco che studi o aspirazioni ha chi mi risponde. Tutto qua!
L'equivoco principale e' sempre questo: che si, il forum ti da un elenco di dentisti, allora tu che sei nuovo ti lasci trascinare dalla corrente in cui ti abbiamo mandato con "la lista", nel caso specifico la corrente di pensiero di quel dentista. Questo procurerebbe alla persona un danno che io se ci riesco voglio limitare quanto più possibile.
Quindi devo stare li' nei contatti per far si che,
- dopo lo scambio di 3 o 4 email, alla fine le persone mi capiscano e si mettano loro in prima persona davanti alla loro ortopanoramica dentale
- che le persone abbiano ben chiaro che la corrente di pensiero di quel dentista (sia esso Beckman, Barile o Ronchi) non mi rappresenta.
- che il dentista stesso, per quanto avvezzo, si aspetta la tua iniziativa e intelligenza su questo fronte.
Mi scrive proprio oggi Fabrizio:l dott.
Luigi Emilio Ricci (Ceglie Messapica, Telefono: 0831-379304)
è un dentista tendenzialmente olistico ( si occupa anche di omeopatia, mesoterapia, ecc.) in particolare ha sposato da qualche anno la dentosofia, ovvero l'odontoiatria in chiave antroposofica, promuovendo l'uso dell'attivatore Soulet-Besombes.
Come dentista è aperto e disponibile (e non è caro cosa ovviamente che non guasta mai). Davanti a richieste del paziente è sempre pronto all'ascolto ed alla collaborazione. E' inoltre perfettamente conscio dei problemi derivanti dai denti devitalizzati ed in generale dai focus dentali, tanto più se il paziente si mostra restio alla devitalizzazione. Su due denti disperati a me ha fatto
due incappucciamenti, a parte togliermi due denti del giudizio molto complicati.
Ho comunque imparato che è importante la partecipazione attiva dell'interessato anche nell'indicare o fare richieste specifiche su materiali e interventi necessari.
Sembra facile, ma invece no. Per ottenere per loro qualcosa che si avvicini a questo, devo rompere le scatole a migliaia di persone che mi contattano, e viceversa.
Chi capisce i due o tre punti punti sopra citati da' ai volontari impegnati in questo campo il più grande ringraziamento che ci si possa auspicare. L'utente finalmente arriva ad essere indipendente anche dal volontario. Indipendente e vincente, Vi potete immaginare altre forme di ringraziamenti voi?
Va da sé che questo ringraziamento spessissimo arriva. Mi sorprendo settimana dopo settimana come arrivi proprio questo risultato!
Per esperienza personale mia so che uno può iniziare a carburare davanti a questo possente argomento "neurofocale" solo davanti alla propria ortopanoramica dentale. Un esperimento alla volta, iniziando dai denti conciati peggio. Quindi quando mi contattano partiamo da quello, dal metterci davanti all'ortopanoramica, anche però raccogliendo opinioni, a seconda della difficolta' di valutazione, a destra e a manca, dalla Cone Beam. Su cosa? Su quello, sull'ortopanoramica.
quotato da una mia email privata, Lorenzo ha scritto:> Tu mi stai scrivendo che cerchi un dentista che metta in relazione i tuoi disturbi con i giusti denti devitalizzati coinvolti?
Ma il dentista che è in grado di fare questo NON ESISTE: Eventualmente potrebbe esistere un medico olistico che ha qualcosa da dire sul fatto che il comparto "corpo" e tutte le sue manifestazioni siano stati separati concettualmente e clinicamente dalle necrosi ossee relative a denti morti, infezioni dentali o necrosi residue di denti estratti.
Questa scuola di pensiero invece annoverava vari dentisti negli anni trenta e quaranta.
Albanese Paolo (Matera 1896 – Arezzo 1988), incaricato dell’insegnamento presso la Scuola di specializzazione della clinica odontoiatrica dell’Università di Firenze, venne successivamente chiamato a ricoprire la cattedra della stessa disciplina nell’Università di Siena, che mantenne fino al pensionamento. Presso il suo istituto costituì, nel 1955, il Centro di Studio Medico Stomatologico, che valse a rinforzare i legami tra la stomatologia e la medicina generale, sviluppando la teoria della natura focale di alcune malattie internistiche.
Fu per molti anni direttore della Rivista Italiana di Stomatologia, presidente nazionale della Società di chirurgia della bocca e ortopedia odontofacciale e socio di numerose associazioni culturali e professionali italiane e straniere. In particolare fu attivo collaboratore dell’Accademia Petrarca, presso la quale tenne quattro interessanti comunicazioni, pubblicate negli “Atti e Memorie”, l’annuario dell’associazione. Ha lasciato complessivamente ben 150 pubblicazioni che gli valsero significativi riconoscimenti in campo nazionale e internazionale. Ebbero particolare risonanza i suoi studi riguardo le “paradentopatie e le infezioni focali”.
L’effetto sensibilizzante dei focolai flogistici cronici di origine dentale fu il tema principale del
Congresso Italiano di Medicina tenutosi a Pavia, con la relazione centrale di due grandi clinici,
Lusena e
Chini (
1933). Si occuparono di queste ricerche quasi tutti i più accreditati centri universitari del tempo, in particolare quelli sotto la direzione dei professori
Magrassi,
Campanacci,
Lunedei,
Serafini. In campo odontoiatrico vanno ricordati gli studi e le ricerche di numerosi clinici (
De Vecchis,
Briasco,
Branzi,
Mela,
Albanese,
Tempestini,
Palazzi,
Roccia,
Nieddu,
Benagiano,
Hoffer,
Singer), come anche le loro segnalazioni di successi terapeutici mediante la bonifica di foci dentari in molteplici patologie matafocali, nelle sindromi reumatiche, nelle glomerulonefriti, nei processi di endocardite settica e in alcune affezioni dermatologiche.
Bisogna dare merito ai padri della moderna medicina in Italia, a partire dal 1930 e per oltre un cinquantennio, di non aver mai dubitato della correttezza della loro intuizione sulla patogenesi delle malattie, che poi dati alla mano, a tutt’oggi non è mai stata smentita. Questi autori cercarono di dimostrare, con i pochi strumenti allora a disposizione, che le tossine di origine batterica provenienti da focolai flogistici cronici come i granulomi apicali o le affezioni parodontali, sensibilizzerebbero organismi o siti dell’organismo particolarmente predisposti e, in successive immissioni in circolo, potrebbero provocare reazioni di tipo allergico in organi secondari.
Cliccare
qui per le fonti bibliografiche con questi autori italiani
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qui, abbandono della teoria della sepsi focale
Tra gli altri si distinse
Ferdinando Micheli (1872 – 1937), medico di fiducia della Reale Corte e membro del Consiglio superiore di sanità, che studiò l’endocardite come malattia metafocale e la sua relazione con la presenza dei suddetti metaboliti immunologici. In questo ambito egli pubblicò i dati sulla caratterizzazione dei “Leucociti del sangue in condizioni normali e patologiche” (Folia ematologica, III [1906], pp. 405-428), e della “Leucogenesi nella leucocitosi protratta” (Il Morgagni, XLIX [1907], pp. 409-421).
Da notare che mentre erano alla ricerca di una dimostrazione della loro teoria, questi autori si distinsero per i portentosi successi clinici che riuscivano ad ottenere. Il sopracitato Micheli sviluppo’, insieme a Donati che con lui dirigeva l’istituto termale di Acqui in Piemonte, un protocollo, quello che oggi verrebbe chiamata “diagnosi differenziale”, i cui due cardini centrali era l’alimentazione e l’attuazione della bonifica dei focus dentali.
Frugoni diventò medico personale di Palmiro Togliatti, re Fùa-d I, Alfonso XIII di Spagna, le famiglie Volpi e Cini, Toscanini, Mussolini, Marconi. Vorrei soffermarmi, anche se solo per grandi linee, ancora su qualcun altro di questi autori.
Magrassi Flaviano ( Brescia 1908 – Napoli 1974 ) documentò a livello biologico l’esistenza di elementi anticorpali che si fissano su determinati visceri e organi suscitando, magari dopo un periodo di latenza, una flogosi iperergica che si riacutizza ogni volta che vi è una successiva immissione in circolo anche di piccole quantità dei medesimi elementi anticorpali. Magrassi lavorò su questo discorso un’intera vita, già addirittura con la sua tesi di laurea, “Infezione focale e fattori di allergia nel problema biologico del reumatismo infettivo” (
1932), premiata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche come la migliore pubblicatione di quell’anno. Nominato docente assistente ordinario alla clinica universitaria di Roma, ben presto Magrassi si fece apprezzare per l’indagine biologica orientata a chiarire le cause e le modalità di comparsa delle malattie metafocali, in particolar modo quelle reumatiche e cardiache.
La scienza degli ultimi anni però ha dimostrato che gli effetti a distanza di un’infezione cronica si dovrebbe spiegare in un altro modo. Quando c’è una situazione di produzione continua di antigeni d’origine batterica, ciò porta alla sintesi di immunocomplessi (ossia complessi antigene-anticorpo), sia localmente, sia nell’ambito della circolazione generale. Questi immunocomplessi riescono a trovarsi nell’organismo il punto di minima resistenza ed insediarsi li. Teoricamente tali immunocomplessi possono depositarsi ovunque negli organi dotati di strutture vascolari a filtro, quali ad esempio le articolazioni, il cuore, la pelle, gli occhi, etc.
L’azione tossica degli immunocomplessi è oggi ben nota agli scienziati nell’ambito di una serie di patologie, per esempio per l’endocardite batterica. Ma dovete sapere che già
Frugoni (professore di clinica medica a Padova e Roma) negli anni cinquanta era stato in grado di dimostrare proprio questa patogenesi nella splenomegalia trombo-flebitica (anche detta malattia di Frugoni-Eppinger). Fu proprio Frugoni, insieme con il professore e senatore Amedeo Perna, tra i più famosi sostenitori della connessione leucocitaria nelle malattie focali negli anni Trenta.
In un momento in cui la spiegazione del tropismo elettivo germe-organo data da
Rosenow si era rivelata non soddisfacente e veniva accantonata, i succitati padri della Medicina italiania si diedero da fare per documentare a livello biologico l’esistenza di elementi anticorpali protagonisti dell’azione tossica dei distubi focali. Ai loro occhi solo un ciarlatano avrebbe potuto dubitare delle evidenze che venivano dalla clinica, un'ampia documentazione che correlava la morte del dente, anche silente, con disturbi cronici anche seri.