Ho bisogno di aiuto
Inviato: 15 aprile 2008, 14:31
Vi racconto un pò della mia storia. E' lunga ma ho bisogno di sfogarmi...
A metà di febbraio ho cominciato a sospettare che alcuni fastidi che mi assidiavano da un mese fossero causati da un lavoro che avevo subito ai denti. Allergia ai materiali odontoiatrici. Per convalidare il sospetto mi sono rivolto alla dietologa di mia madre che mi ha sapientemente consigliato di eliminare prima le altre cause, più comuni e ovvie, che potevano esserci alla base di un intolleranza. Latte, cereali raffinati e il pesce (per via dei metalli). La carne non l'ho mai mangiata con piacere quindi è stata una rinuncia facile e istantanea. Mosso dal suggerimento del dentista a cui mi ero rivolto per risolvere il problema (non lo stesso che aveva fatto il lavoro), ovvero "tieniti buono il fegato, perchè è lui che si occupa di smaltire questo tipo di problemi" ho cominciato ad approfondire il discorso delle combinazioni alimentari (Herbert Shelton). Così ho introdotto le "giuste" combinazioni nel nuovo sistema preferendo alimenti via via sempre meno raffinati. La verdura la mangiavo in quantità anche prima, la frutta la rilegavo agli spuntini. Premetto anche che faccio molto sport e sono molto molto goloso di dolci.
Inizio a perdere peso, ma mi succedeve da tutta la vita di oscillare tra i 66 e i 70 kg (sono alto 1,82). Il gonfiore addominale si attenua. I mal di testa che mi assediavano da inizio anno (e di cui non avevo mai sofferto prima) passano.
Poi nonna mi regala un libro del metodo Kousmine e per la prima volta capisco che lei (mia nonna) ha sempre avuto ragione a dire che noi "siamo quello che mangiamo" e che "se ti facessero l'autopsia dopo la morte potrebbero dire cosa hai mangiato tutta la vita". E intravedo la relazione tra i miei problemi di salute e la mia alimentazione.
Molto molto motivato continuo a mangiare in un modo più naturale. La nemica giurata della mia adolescenza (l'acne) si attenua e quasi sparisce. Il peso scende a 63. Poi trovo la risposta a tante domande che mi facevo da un annetto e mezzo (quando mi sono ammalato). Scopro una cosa magnifica come Ehret. Ma qui cominciano i drammi:
"ale sei dimagrito, ale fai schifo, ale hai il viso scavato, ale di qua ale di la, devi mangiare la carne, le proteine! le proteine! e l'olio e questo e quest'altro!". Commenti da tutte le parti, colleghi di lavoro (tre delle quali dipendono dai farmaci), in piscina, dai miei genitori, il mio migliore amico che tira fuori il suo passato da anoressico per farmi paura. Resisto perchè sono di ottimo umore, la pelle va sempre meglio (a parte gli occhi un pochetto scavati, ma che guadagnano di luminosità). Arriva Pasqua e mi rendo conto di quanto stavo ero diventato "diverso". La mattina di pasqua son svenuto due volte. Il peso era sceso a 60 kg. Mio padre comincia a piangere e io per metterlo contento mangio dei dolcetti che mi ha portato dalla sicilia.
Non l'avessi mai fatto! Il nuovo incontro con lo zucchero bianco ha degli effetti terrificanti di dipendenza e bramosia e aggressività. Mi ritrovo con lo stomaco pieno a voler vomitare.
Approfitto dell'occasione per chiarire ai miei genitori che quello che faccio lo faccio per "guarire" poichè purtroppo nel mio destino clinico c'è scritto che la malattia di cui soffro prima o poi mi condurrà ai farmaci a vita e se faccio tutto questo lo faccio solo per evitarmi quel futuro (e degli effetti collaterali ben noti, assai peggio di avere gli occhi scavati). Ottengo approvazione a casa ma le crisi di astinenza da dolci non passano. Bene o male ho imparato a tamponarle (digiuno a colazione, verdura, clisteri). Ma certi giorni mi abbuffo. (Tipo oggi!).
Il fatto è che il nuovo sistema alimentare ha scoperchiato quel vuoto che prima si riempiva con la cioccolata. E' un vuoto EMOTIVO ed è terribilmente suscettibile alle critiche (mangia, sorridi, mica puoi stare così, sei anoressico, lo dico per il tuo bene), e alla solitudine che certe volte mi circonda. Mi rendo conto che alle volte la testa tenta di mandare in tilt lo stomaco con un passo falso in modo da poter abbuffarsi e riempire di nuovo quel vuoto...Quando ascolto il "cervello nella pancia" sto bene. Il solopensiero di un pezzo di crostata con relativa fermentazione mi fa venire la nausea e per questo è facile non mangiarne...
Ma certi giorni non ci riesco e torno una bestia famelica e autolesionista...E poi mi riprometto che tornerò "sulla retta via" per il mio bene. E questo improvviso eccesso di amor proprio mi fa ripassare la fame e mi rende di nuovo motivato e sicuro. Ma resisto tre giorni. Quando il peso scende di nuovo sotto i 61 tornano i passi falsi.
Tra l'altro da domani ho deciso che non mi peserò più la mattina perchè non devo quantificare la mia salute con tre cifre su un display digitale...
Scusate se mi sono dilungato molto, ma la sofferenza più grande di tutta questa storia non è la mancanza della cioccolata, ma di qualcuno che non mi chieda spiegazioni di continuo, di qualcuno che si "preoccupi per me" in una maniera ragionevole (poichè ha fatto un percorso simile al mio) e non secondo i retaggi di una cultura sbagliata a cui credono tutti...
Ce la farò perchè ce la voglio fare e perchè se ignorassi le risposte importanti che ho trovato finora sarei responsabile della malattia che sopraggiungerebbe e di tutti i suoi effetti....ho solo constatato che lo stomaco ha fatto più progressi della testa...
A metà di febbraio ho cominciato a sospettare che alcuni fastidi che mi assidiavano da un mese fossero causati da un lavoro che avevo subito ai denti. Allergia ai materiali odontoiatrici. Per convalidare il sospetto mi sono rivolto alla dietologa di mia madre che mi ha sapientemente consigliato di eliminare prima le altre cause, più comuni e ovvie, che potevano esserci alla base di un intolleranza. Latte, cereali raffinati e il pesce (per via dei metalli). La carne non l'ho mai mangiata con piacere quindi è stata una rinuncia facile e istantanea. Mosso dal suggerimento del dentista a cui mi ero rivolto per risolvere il problema (non lo stesso che aveva fatto il lavoro), ovvero "tieniti buono il fegato, perchè è lui che si occupa di smaltire questo tipo di problemi" ho cominciato ad approfondire il discorso delle combinazioni alimentari (Herbert Shelton). Così ho introdotto le "giuste" combinazioni nel nuovo sistema preferendo alimenti via via sempre meno raffinati. La verdura la mangiavo in quantità anche prima, la frutta la rilegavo agli spuntini. Premetto anche che faccio molto sport e sono molto molto goloso di dolci.
Inizio a perdere peso, ma mi succedeve da tutta la vita di oscillare tra i 66 e i 70 kg (sono alto 1,82). Il gonfiore addominale si attenua. I mal di testa che mi assediavano da inizio anno (e di cui non avevo mai sofferto prima) passano.
Poi nonna mi regala un libro del metodo Kousmine e per la prima volta capisco che lei (mia nonna) ha sempre avuto ragione a dire che noi "siamo quello che mangiamo" e che "se ti facessero l'autopsia dopo la morte potrebbero dire cosa hai mangiato tutta la vita". E intravedo la relazione tra i miei problemi di salute e la mia alimentazione.
Molto molto motivato continuo a mangiare in un modo più naturale. La nemica giurata della mia adolescenza (l'acne) si attenua e quasi sparisce. Il peso scende a 63. Poi trovo la risposta a tante domande che mi facevo da un annetto e mezzo (quando mi sono ammalato). Scopro una cosa magnifica come Ehret. Ma qui cominciano i drammi:
"ale sei dimagrito, ale fai schifo, ale hai il viso scavato, ale di qua ale di la, devi mangiare la carne, le proteine! le proteine! e l'olio e questo e quest'altro!". Commenti da tutte le parti, colleghi di lavoro (tre delle quali dipendono dai farmaci), in piscina, dai miei genitori, il mio migliore amico che tira fuori il suo passato da anoressico per farmi paura. Resisto perchè sono di ottimo umore, la pelle va sempre meglio (a parte gli occhi un pochetto scavati, ma che guadagnano di luminosità). Arriva Pasqua e mi rendo conto di quanto stavo ero diventato "diverso". La mattina di pasqua son svenuto due volte. Il peso era sceso a 60 kg. Mio padre comincia a piangere e io per metterlo contento mangio dei dolcetti che mi ha portato dalla sicilia.
Non l'avessi mai fatto! Il nuovo incontro con lo zucchero bianco ha degli effetti terrificanti di dipendenza e bramosia e aggressività. Mi ritrovo con lo stomaco pieno a voler vomitare.
Approfitto dell'occasione per chiarire ai miei genitori che quello che faccio lo faccio per "guarire" poichè purtroppo nel mio destino clinico c'è scritto che la malattia di cui soffro prima o poi mi condurrà ai farmaci a vita e se faccio tutto questo lo faccio solo per evitarmi quel futuro (e degli effetti collaterali ben noti, assai peggio di avere gli occhi scavati). Ottengo approvazione a casa ma le crisi di astinenza da dolci non passano. Bene o male ho imparato a tamponarle (digiuno a colazione, verdura, clisteri). Ma certi giorni mi abbuffo. (Tipo oggi!).
Il fatto è che il nuovo sistema alimentare ha scoperchiato quel vuoto che prima si riempiva con la cioccolata. E' un vuoto EMOTIVO ed è terribilmente suscettibile alle critiche (mangia, sorridi, mica puoi stare così, sei anoressico, lo dico per il tuo bene), e alla solitudine che certe volte mi circonda. Mi rendo conto che alle volte la testa tenta di mandare in tilt lo stomaco con un passo falso in modo da poter abbuffarsi e riempire di nuovo quel vuoto...Quando ascolto il "cervello nella pancia" sto bene. Il solopensiero di un pezzo di crostata con relativa fermentazione mi fa venire la nausea e per questo è facile non mangiarne...
Ma certi giorni non ci riesco e torno una bestia famelica e autolesionista...E poi mi riprometto che tornerò "sulla retta via" per il mio bene. E questo improvviso eccesso di amor proprio mi fa ripassare la fame e mi rende di nuovo motivato e sicuro. Ma resisto tre giorni. Quando il peso scende di nuovo sotto i 61 tornano i passi falsi.
Tra l'altro da domani ho deciso che non mi peserò più la mattina perchè non devo quantificare la mia salute con tre cifre su un display digitale...
Scusate se mi sono dilungato molto, ma la sofferenza più grande di tutta questa storia non è la mancanza della cioccolata, ma di qualcuno che non mi chieda spiegazioni di continuo, di qualcuno che si "preoccupi per me" in una maniera ragionevole (poichè ha fatto un percorso simile al mio) e non secondo i retaggi di una cultura sbagliata a cui credono tutti...
Ce la farò perchè ce la voglio fare e perchè se ignorassi le risposte importanti che ho trovato finora sarei responsabile della malattia che sopraggiungerebbe e di tutti i suoi effetti....ho solo constatato che lo stomaco ha fatto più progressi della testa...