swami863 ha scritto:...."ho tolto la mia opposizione nel mio animo e le acque si sono calmate..."
Luciano ma come si fa a farlo "di pancia"?
Non mi riferisco al togliere l'opposizione solo nei confronti di chi critica i nostri cibi, ma in genere laddove ci sono relazioni contrastate, mi accorgo che la mia non accettazione tiene in piedi l'opposizione....ne sono consapevole, ma lo scatto interiore non è sempre facile
La difficoltà dipende solo dal volere o meno accettare totale responsabilità per quello che ci "succede".
Facciamo degli esempi. Mi danno molto fastidio le pareti tinte di rosso.
Se penso:"Queste maledette pareti rosse! Proprio non le sopporto!" provo una sensazione di nervosismo.
E' chiaro che io sono la causa del mio nervosismo, le pareti rosse sono lì, immobili, non fanno nulla.
Potrebbe arrivare un altro e dire entusiasta:"Che belle queste pareti rosse! ed esserne contento.
Stesse pareti, stesso colore, due reazioni differenti. Perciò sono le persone che creano il proprio stato d'animo.
Come risolvo? Se ho il potere di far verniciare le pareti di un altro colore a me gradito, ho risolto. Se non ho questo potere, perché le pareti appartengono a un altro, e non riesco a far sì che dipinga le pareti di un altro colore, devo accettare questo mio non essere in grado di farlo e farmi piacere le pareti rosse, diversamente non sto riconoscendo la giusta causa del mio nervosismo. Se riconosco tutto questo, il nervosismo scompare.
Un esempio pratico mio reale.
Vado in posta tutti i giorni da anni.
In questi anni ne ho viste e sentite di tutti i colori, alcune paradossali, altre grottesche, altre da dire a sé stessi "Non ci posso credere che sta succedendo veramente!
Inutile dire che ho provato tutta la fascia delle emozioni negative, come odio, collera, risentimento, voglia di saltare il bancone e prendere la persona e scrollarla e gridarle: "Dove ca.... sei, torna qui sul pianeta terra!!!"
Finché un giorno ho fatto un'analisi della situazione, perché mi dispiaceva andarmene dalla posta e lasciare la persona allo sportello con l'animo scosso dalla mia rabbia che le scaricavo contro.
Ho realizzato, al di là della capacità individuale, che poste italiane non sa addestrare il personale, non insegna come organizzare il lavoro, fanno una cosa, la piantano lì per farne un'altra, spariscono nel retro, poi ritornano e si guardano in giro cercando di ricordare cosa stavano facendo, alcuni sono disonesti, altri con situazioni familiari che li distraggono dal fare il lavoro con la dovuta concentrazione, e una decina di altre cose che ci vorrebbe un libro per raccontarle tutte.
A questo punto avevo due alternative per non rovinarmi il fegato un giorno sì e uno no:
- Rivolgermi a un corriere con costi superiori,
- Continuare ad usare la posta e accettare di non avere il potere di cambiare il sistema di Poste Italiane e quindi smettere di prendermela, perché le poste sono quelle che sono, fanno tutta quella serie di sbagli,è esattamente quello che passa il convento.
La differenza fra arrivare in posta con l'artiglieria pronta invece che con l'animo tranquillo è accettare o meno che le poste sono così come sono e che ho una incapacità: non ho il potere di cambiarle.
Il riconoscere che io sono responsabile di questa mia incapacità, come di qualsiasi altra mia incapacità, (e quindi perché dovrei lamentarmi con altri?) ha disinnescato tutte le cariche esplosive nel mio animo.