Già 2000 anni prima di Cristo i massimi esponenti della cultura egizia avevano intuito il significato biologico delle urine. E gli Assiri s’erano accorti che, assaggiando l’urina di una persona diabetica, questa risultava “dolce come il miele” e da qui il nome di diabete mellito.
Ma fu il grande Ippocrate (460-375 a.C.) prestigioso pioniere della scienza medica nell’epoca d’oro della Grecia, a capire, per primo, il fondamentale concetto che le modificazioni di aspetto e contenuto delle urine costituiscono la spia di modificazioni in atto nel corpo umano.
Egli descrisse con grande accuratezza molteplici diverse combinazioni di colori, odori e consistenza delle urine, correlandole con malattie di diversi organi e apparati.
Per oltre un millennio la vera funzione dei reni rimase sconosciuta, tanto che le ipotesi di Pitagora, Ippocrate e Galeno sulla formazione delle urine rimasero incontrastate.
L'uroscopia rappresenta il più antico esame clinico di cui si sia mantenuto il ricordo storico, esso consisteva nell'osservazione ad occhio nudo dell'urina e può essere considerato il precursore dell'odierno esame dell'urina.
La nascita dell'uroscopia si fa risalire alla scuola fondata dal medico greco Ippocrate (460-375 a.C.), che rappresenta il maggiore esponente della medicina greca. Egli considerava l'urina come parte del sangue: uno dei quattro umori dai quali dipendevano tutti i fenomeni vitali. Gli altri erano il flegma, la bile gialla e la bile nera o atrabile.
Per la prima volta la malattia viene considerata come un male dell'intero organismo e non di una sola parte di esso. Con la scuola ippocratica l'uroscopia assunse un vero e proprio valore semeiologico; questa interpretazione ebbe un notevole influsso non solo sul pensiero scientifico del tempo ma anche del millennio successivo.
Per oltre un millennio la vera funzione dei reni rimase sconosciuta, tanto che le ipotesi di Pitagora, Ippocrate e Galeno sulla formazione delle urine rimasero incontrastate.
L'esame eseguito da Ippocrate e dai suoi allievi non si fermava alla semplice osservazione dell'aspetto dell'urina, come potrebbe far pensare il termine uroscopia, ma faceva parte dell'indagine anche un attento studio del colore, della densità, dell'odore e del sapore. Gli ippocratici classificavano i vari aspetti dell'urina distinguendo in "tenuis, crassa, albicans, biliosa, rubra, aeruginosa, varia" che corrispondeva a: limpida, torbida, biancastra, verdastra, rossa, bruna, con aspetto diverso.
Ippocrate infatti affermava: "... Perché con l'urina tutto è chiaro davanti agli occhi, mentre con il polso tutto è subordinato al tatto. Sembra più facile giudicare in base a ciò che si vede piuttosto che in base a ciò che si tocca".
L'uroscopia era una pratica molto seguita, ma per ottenere delle informazioni utili era necessario seguire delle regole; il trasgredire a queste regole avrebbe tolto qualsiasi significato all'esame stesso.
Erano conosciuti inoltre numerosi fattori che dovevano essere tenuti presenti perché erano in grado di modificare le caratteristiche dell'urina. I principali fra questi fattori erano rappresentati da: l'ora dell'emissione, l'età del malato, il sesso, il temperamento, l'alimentazione, l'attività fisica.
Altri fattori potevano influenzare i caratteri dell'urina erano il freddo ed il caldo, il variare delle stagioni, tutti fattori che ogni medico che praticava l'uroscopia doveva considerare.
L'uroscopia, non si serviva solo della vista, ma era un esame complesso in cui erano coinvolti anche gli altri sensi: l'olfatto, il gusto, il tatto e addirittura l'udito. Nella tabella seguente sono riportati i principale fattori che dovevano essere considerati durante l'esame uroscopico.
L'aspetto:
tenuis (limpida), crassa (torbida), albicans (biancastra), biliosa (verdastra), rubra (rossa), aeruginosa (bruna), varia (con aspetto diverso).
Il colore:
il colore dell'urina deriva dal mescolamento dei colori dei quattro umori: il rosso del sangue, il bianco della flegma, il giallo scuso della bile gialla, il verdastro della bile nera.
La sostanza dell'urina e la sua consistenza:
era suddivisa in sei gradi: tenuità assoluta, relativa, densità media, grossolanità, spessore relativo ed assoluto (corrisponde all'attuale densità)
La quantità dell'urina:
era in relazione alla quantità delle bevande, successivamente la poliuria fu messa in rapporto anche con alcune malattie; per esempio nel diabete "era dovuta ad un eccessivo riscaldamento dei reni che attiravano l'umidità dal fegato".
L'ora dell'urina:
erano preferite le urine del mattino a digestione terminata.
L'età del malato:
a causa dell'eccesso di calore e di umidità l'urina rossa e densa nel bambino, bianca e densa nel vecchio a causa della abbondanza di flegma.
Il sesso:
l'urina della donna era densa e torbida, di colore bianco tendente al livido perché ha meno calore dell'uomo e vive nell'ozio, nell'uomo è più colorata perché contiene più sangue e bile.
Il temperamento:
aveva una certa influenza anche sul colore e sulla consistenza: citrina e tenue nel collerico, bianca e tenue nel flemmatico, bianca e densa nel melanconico, rossa e densa nel sanguigno.
L'alimentazione:
solida o liquida, calda o fredda, regime carneo o vegetale fanno assumere particolari caratteri all'urina; anche il vino influenza il colore, il vino rosso colora le urine, mentre il vino bianco le decolora.
L'attività fisica:
il calore del corpo per mezzo degli esercizi fisici colora le urine, per esempio chi pesca con la lenza e gli scrittori hanno una urina poco colorata a differenza di quella degli agricoltori e dei vignaioli.
Un abbraccio
Maryza