Stasera mentre cenavo pensavo a come è cambiata la mia transizione, quanti ragionamenti in meno ci sono e quanto sta crescendo l'istinto.
Soprattutto ha molto più spazio la sperimentazione. Che bello constatare che ho meno paura, meno paura di provare, di muovermi in territpri in cui sono sola, almeno rispetto a chi mi circonda.
Oggi i miei pasti sono frugali nella loro composizione.
Se mangio frutta ne mangio di un tipo. Se mangio verdure mi fa piacere sempre di più non andare oltre le due verdure crude e una cotta, magari abbondanti ancora, ma con pochi intrugli.
Ripenso al primo anno tra voi: avevo il terrore di non mangiare abbastanza, di integrare con semi, frutta secca e chissà che altro: parte di queste cose sono lì nella dispensa, ma oggi non ne sento il bisogno.
Il criterio è questo: se mi sento di mangiarlo, lo mangio, se non mi va potrei averlo letto ovunque ma non lo mangio, tanto non funzionerebbe.
Più faccio pasti semplici più il mio corpo e la mia mente si stanno ricostruendo.
Che merito ho io in tutto questo? Nessuno.
Che controllo ho avuto in tutto questo? Nessuno.
Mangiavo tanto per paura di perdere peso e dimagrivo, oggi mangio meno e le fibre del corpo stanno recuperandosi, con una naturalezza che mi fa inchinare di fronte alla sua perfezione.
Sto imparando ad abbandonarmi, a farmi osservatrice, ascoltatrice del mio corpo e di un flusso che segue il suo bel percorso.
Ma io me lo ricordo ancora da dove sono partita? ....vagamente, si vagamente ricordo...una vita fa!
Devo a Ehret e a voi tutto ciò che di bello e nuovo sono
oggi, grazie!...
Ale
