Ciao ragazzi!
Ieri la nuova impresa: corsa tra i vigneti!
Distanza : 15,28 km
Tempo : 2 ore e 43 minuti
Dislivello totale : 509 in salita + 499 in discesa = 1008 mt
Velocità media : 5,6 km/ora , niente a che vedere con i risultati in pianura ovviamente!
Qui il profilo altimetrico del percorso. (Sto smanettando con Runtastic)
La corsa è avvenuta a digiuno nel primo pomeriggio.
I pensieri che fluiscono sono tanti, soprattutto ho osservato la natura intorno a me.
Dall’osservazione delle viti e dei trattamenti che vengono effettuati alle piante (in particolare il diserbo) ho catalogato i vigneti nelle seguenti categorie:
- trattate con diserbanti atomici: tutto raso al suolo, sembra di correre sul cemento. La terra messa a nudo a seccare al sole;
- trattate con diserbanti selettivi (o meno potenti non so): come la precedente ma nei filari cresce prepotente un tipo di pianta. Per esempio l’equiseto. Mi ha fatto troppo ridere pensare al contadino che spende soldi per diserbare e poi tac, l’equiseto ti ricopre comunque il filare.
- Non trattate, con erba tagliata o con erba lasciata crescere. Mi son detta toh guarda, qualcosa sta cambiando, c’è qualcuno che inizia a capire! Poi al ritorno percorrendo la strada asfaltata ho visto che quelle viti sono di un’azienda biologica, evvai, allora non sono tutte panzane quelle del bio!!
Sulle piante ho osservato che le viti in cui c’è la tabula rasa del diserbante sono quelle dove inizia a comparire la malattia: qua e là ci sono viti completamente gialle. Non so se sia la pianta bruciata dalla chimica o una particolare malattia. Fatto sta che i vigneti bio sono sani sani (negli altri, oltre al costo del diserbante probabilmente ci sarà il costo per qualche altro prodotto chimico di “cura” della malattia). Ovviamente questo è solo l’inizio stagione, dovrò fare altre corse verso l’estate per fare un bilancio
Scusate l’OT ma ci sono un sacco di pensieri che mi sono fluiti in testa, anche sulla tipologia di lavoro, sull’orografia del terreno (questa è un po’ deformazione professionale), la pluviometria...
Un'altra cosa che ho constatato è che, in 2 ore e passa di corsa, non ho incontrato NESSUNO: nei tratti in strada asfaltata non ho incontrato gente (a parte qualche tavolata nei resort e agriturismi). Non capivo se il tempo si fosse fermato o se la gente fosse tutta ai centri commerciali! Mah…cosa c’è di più bello che passeggiare qua in mezzo?
Poi ho fatto una capatina
qui, alla Torre dei Contini e vi confesso un segreto: la porta è aperta, c’è solo un serraglio da tirare, si sale una scaletta a chiocciola in legno e si arriva sino in cima. Un senso di libertà infinita. Ringrazio chi lascia accessibili queste meraviglie e ricordo che la manutenzione dei beni culturali la paghiamo con le tasse, quindi tanto vale sfruttarli!!
Altri pensieri: affrontare una corsa senza aver pianificato il percorso (come ho fatto io) implica di perdere tempo “mentale” a scegliere le strade da prendere, implica perdita di tempo perché a volte si sbaglia strada ed occorre tornare indietro, implica una specie di rallentamento dovuto al ”timore dell’ignoto” che non c’è per esempio facendo un percorso conosciuto o per lo meno immaginato “a tavolino”.
Per la vita è la stessa cosa: se la lasciamo fluire senza pianificare un minimo il nostro percorso ci sarà un dispendio maggiore di energia, con il rischio di non godersi il panorama...
Ultima cosa: sulla via del ritorno, per festeggiare le superate 2 ore, ho sgraffignato 5 ciliegie. Le prime dell’anno. Delizioseeeeeee!!!!