Mi è tornato in mente un articolo di Alberoni, dice così:
E' difficile farsi capire. E qualche volta non conviene.
di Francesco Alberoni
Ogni volta che parliamo, dobbiamo usare un linguaggio appropriato al nostro interlocutore.
Non alzeremo la voce nella stanza di un ammalato, non diremo barzellette e non sghignazzeremo a un funerale, non useremo espressioni difficili con i bambini piccoli ed esporremmo gradualmente i concetti, aiutandoci con esempi, se dobbiamo insegnare qualcosa di complicato.
Ma vi sono dei casi in cui questi vincoli costituiscono uno sbarramento alla nostra possibilità di comunicazione.
Immaginiamo di aver risolto un importante teorema matematico e di trovarci in rapporto solo con gente comune. Se ti sforzi di spiegare loro ciò che hai fatto, non solo non capiscono, si stancano, si irritano. E, se insisti ti considerano pedante, noioso, ti escludono dalla loro compagnia.
La tua scoperta puoi raccontarla solo ai tuoi colleghi matematici, ad anche allora con prudenza, solo a quelli disposti a capire.
Lo stesso vale in ogni campo del sapere: la storia, la filosofia, la letteratura, la fine analisi psicologica.
La maggior parte della gente non ha voglia di complicazioni intellettuali.
In televisione cerca prima di tutto spettacoli di intrattenimento. Nei dibattiti politici non vuole sentire le ragioni degli avversari, ma quelle dei suoi. Non le interessa il perchè delle cose, ma consigli pratici, ricette. Per questo ci sono tante trasmissioni di cucina e rubrica di medicina. E, nei talk show, si aspetta che voi siate brillanti, leggeri come nelle conversazioni a tavola, passando da un argomento a un altro.
Se volete essere meticolosi, precisi, non vi inviteranno più.
Quanto più l'esperienza è profonda, tanto più occorre essere prudenti.
Non puoi raccontare una esperienza mistico-religiosa e perciò carica di mistero a gente che non crede, a cui manca la sensibilità adeguata, perchè ti guarderebbe con sospetto, diffidenza e, alla fine, ti deriderebbe e ti screditerebbe socialmente. Devi tenerla dentro di te, segreta, ricavarne la forza con cui resistere alle avversità, con cui fare delle azioni giuste, buone, migliorarti.
Potrai parlarne solo eccezionalmente, quando incontri chi ti può capire. Vi riconoscerete immediatamente da una parola, da un cenno.
Ma siate sempre riservati perchè, se gli altri vi ascoltano, non comprendendovi, possono farvi del male.
Non siate troppo generosi con coloro che non lo meritano. Perché prenderanno la vostra generosità per debolezza, e si convinceranno che sia loro tutto dovuto. E più date, più vorranno, fino a rivoltarsi contro di voi per portarvi via ogni cosa.
Se poi siete animati da un ideale e dedicate la vostra vita a creare qualcosa di grande e prezioso, non sperate che gli altri capiscano le vostre motivazioni.
Non mettete mai la vostra opera in mano a persone avide. Più parlate loro di ideali, più vi considereranno un ingenuo e, non appena saranno sicuri di avere in mano il potere, vi attaccheranno, vi distruggeranno per portarvi via ciò che avete fatto e usarlo per il loro scopi egoistici.
In Matteo 7.6 sta scritto: "Non date ciò che è santo ai cani; ne gettate ai porci le vostre perle, per tema che le calpestino con le zampe e si rivoltino a sbranarvi".
Che dire, ognuno è libero di pensare come vuole e sperimentare come meglio crede, si può essere più o meno d'accordo con quello che si ascolta, si può non condividere lo stesso sentire e si può non giudicarlo.
Ciao, Anna
