Ero con la famiglia felice degli spot.
Era felice la mamma che cucinava i sofficini, la nonna che voleva cucinare i sofficini, il nonno che voleva aprire il tetrapack del vino da tavola ma non riusciva a fare lo schiocco del tappo con la lingua.
Felice la bambina che voleva cucinare i sofficini che poi nessuno alla fine aveva cucinato perchè in realtà i sofficini degli spot si cucinano da soli.
Da qui una leggera frustrazione che contraddistinge le famiglie felici degli spot, ma tanta è la felicità di mangiare un sofficino che tutto si dimentica, specie di mangiare i sofficini.
Ok, ho intascato i soldi dello sponsor e posso continuare...
Il papà degli spot è davvero felice, perchè quando torna dal lavoro nessuno gli rompe le scatole e la tavola è sempre imbadita, ma la verità è che il suo lavoro consiste nel tornare dal lavoro e mangiare quello che gli ha preparato non la moglie, ma lo sponsor che guarda caso è quello dei sofficini.
Ma la fortuna gira e domani magari si mangeranno aspirine, cordon bleu, mozzarelle di plastica o yogurt lassativi.
Chissenefrega, la famiglia felice degli spot è felice appunto perchè vive negli spot e non nella realtà, per questo è strafelice, ogni giorno mangia e arriva a fine mese tranquilla tanto vive in uno spot.
In questa famiglia c'ero anch'io e un giorno arriva in tavola la pasta.
L'atmosfera allegra era un po' guastata da un tizio che da fuori continuava ad urlare : L'ottimismo è il profumo della vita!.
Dopo un po' il nonno felice ma infastidito gli ha sparato con una carabina e siamo stati tutti più felici dopo.
Mi servono un piattone di spaghetti bello fumante ma quando me ne porto una forchettata alla bocca il sorriso mi si spegne sulle labbra.
In una famiglia felice questo si nota subito e stavano già per allungarmi un soffficino quando io ho posato la forchetta sul piatto e ho rifiutato in preda allo sconforto ed ai sensi di colpa.
Dico alla famiglia che non posso, la pasta mi si incolla.
Quelli si alzano di scatto agitati e corrono quà e là catturando i sofficini che tentano di squagliarsela dalla padella, poi si piazzano davanti a me e mi fissano supplichevoli.
Non posso gli ripeto, mi si incolla!
A questo punto la famiglia felice fugge dalla finestra lasciandomi solo nella cucina con i sofficini che guizzano allegri dappertutto.
Poi dalla porta entrano dei tizi in armatura nera, il primo è Lord Barillio, seguito dal conte Agnesik, dal marchese Von Yello, dal duca Buytone e da altri nobili nero vestiti e dall'ampio mantello.
Lord Barillio cattura un sofficino che lo morde e questi allora gli spara un colpo e lo stende.
Che tristezza la morte di un sofficino, un'atto davero crudele!
La parete della cucina scompare ed iniziano ad entrare delle bambine anch'esse mantellate che mi porgono ciascuna un piatto di pasta.
Trenette al pesto, tortiglioni al pomodoro e basilico, gnocchi al ragù, cappelacci di zucca con burro e salvia, lasagne al forno, penne all'arrabbiata, spaghetti alla carbonara...ogni bambina aveva un piatto di pasta e me lo offriva con un sorriso radioso.
Io continuavo a dire ad ognuna di loro che mi si incollava.
Le bambine si misero a piangere, tutte tranne una che mi fece anche l'occhiolino.
Si scatenò un temporale, nubi gonfie di sugo al pomodoro e basilico si scurivano di ragù e nero di seppia, lontano vedevo famiglie felici abbandonare la loro case che crollavano sotto una tempesta rossastra ed una pioggia densa ed oleosa.
Un'apocalisse Mediterranea si stava abbattendo sugli sventurati e la causa di tutto ero io che in mezzo alla tragedia continuavo a gridare: Non posso, mi si incolla! Mi si incollaaaa!!!!
In un attimo la scena scomparve lasciando al suo posto un sole che stava tramontando sul mare.
Sulla spiaggia vedevo guizzare felici dei sofficini finalmente liberi, una manina mi tirò per la manica della tuta.
Era la bambina che mi aveva fatto l'occhiolino, portava ancora il mantello nero.
E la pasta le chiesi?
Lo data ad un signore sanguinante che mi ha detto che l'ottimismo è il profumo della vita.
In lontananza si vedevano delle luci e si sentiva della musica.
Chiesi alla bambina cosa potesse essere.
Un'anguriara, disse.
Ti va di farci un'abbuffata di angurie?
Il tempo di un sorriso e si era già incamminata.



Avevo appena postato che la pasta per me rappresentava un forte legame emotivo quando mi sono accorto che la mangiavo sempre più con fatica.
Ho iniziato allora a friggerla, ma a forza di friggerla era diventata un po' troppo pesante e non era più pasta.
E' la fine di un'era , io ho sempre mangiato pasta, e ora non mi va più giù, non avrei mai pensato che fosse possibile, non me lo aspettavo così presto.
Ora la sto rimpiazzando con vari cereali, sento più il bisogno comunque di pane ben tostato, la pasta, e parlo di quella integrale, mi sembra già colla quando la metto in bocca.
Giuro che sono ancora incredulo per quanto mi sta succedendo.
Saluti Cosmici!


