Non mi inoltrerò più di tanto in questioni scientifiche e mi atterrò al pratico.
Il pH nell’organismo può essere misurato su diversi sistemi: sangue, saliva, feci, tessuti, urina ecc..
Ci interesseremo di quello ematico (sangue), di quello salivare e di quello urinario.
RITMI CIRCADIANI
Se il pH sanguigno è pressoché costante, lo è di meno quello di altri distretti corporei: sia quello tissutale che quello urinario e salivare subiscono delle variazioni maggiori, secondo ritmi circadiani.
I RITMI CIRCADIANI sono ritmi fisiologici che si sviluppano in seguito a degli avvenimenti che si verificano nel tempo e nella vita quotidiana, tipo gli orari dell’alimentazione, le ore di sonno, i processi fisiologici: quindi le nostre abitudini e quelle del nostro corpo.
FASI CIRCADIANE DEL PH TISSUTALE (tessuti)
Nella prima parte della giornata, cioè la mattina e il primo pomeriggio, l'organismo è in fase catabolica e simpaticotonica, dovendo produrre energia e gli scarti metabolici sono sempre acidi. Ci troviamo quindi in una fase di acidosi: il tessuto connettivo (habitat dove sono immerse e vivono le cellule del nostro organismo) in questo caso, funziona da deposito di scorie ed il pH si abbassa. Quando nel pomeriggio, ma soprattutto la sera, l'organismo passa a una fase parasimpatica ed anabolica, i tessuti rilasciano i cataboliti e gli acidi accumulati, passando in alcalosi ed il loro pH si innalza.
FASI CIRCADIANE DEL PH URINARIO
Anche in questo caso il pH oscilla da valori alcalini ad altri acidi e viceversa, ma più sensibili al tipo di alimentazione seguita: al mattino le urine sono acide, in quanto eliminano gli acidi accumulati dall'organismo nella giornata precedente.
Nel corso della mattinata il pH sale abbastanza nettamente, per calare nuovamente attorno all'ora di pranzo e risalire ancora a metà pomeriggio, rimanendo comunque sempre attorno a un pH neutro. Questa fase dura fino a tarda serata con il ritorno della fase acida, a dimostrazione della tendenza all'eliminazione degli acidi prodotti ed immagazzinati nel corso della giornata.
Tanto più l'alimentazione sarà squilibrata, tanto più i valori tenderanno verso l'acidosi. Il pH urinario risulta quindi uno degli indicatori più affidabili per verificare la presenza o meno di un'iperacidosi tissutale, elemento che non ha riscontro nella normale pratica clinica medica, ma che per i naturopati riveste un particolare valore.
PH NEL SANGUE…
Nel sangue il range di tollerabilità è tra 7,1 e 7,8. A valori più bassi (minori di 7,1) sopraggiungono coma, infarto, arresto cardiaco e cose serie del genere.
A valori più alti ( maggiori di 7,8 ) possono verificarsi convulsioni, irritabilità e crisi tetaniche (spasmo di due muscoli antagonisti, il flessore e l'estensore, che invece di collaborare alternandosi armonicamente si contraggono insieme, paralizzando l'arto e non producono più lavoro, ma dolore. Provocano anche parestesie e formicolii alle estremità delle mani e dei piedi ed intorno alla bocca, con eventuali contrazioni involontarie delle dita delle mani).
I valori ideali di pH ematico vanno da 7,39 a 7,41.
PH NELLA SALIVA…
Il pH salivare rivela comportamenti estremamente complessi dell’organismo di cui non sto neanche ad accennarne. Il valore del pH salivare è estremamente delicato e solo un medico esperto può utilizzare i dati a fini diagnostici: immaginate che addirittura i sogni influiscono sui valori del pH salivare.
Le ghiandole salivari sono le parotidi, le sottolinguali, le sottomandibolari ed altre; esse secernono circa un litro e mezzo di saliva, con ph fra 6/7, quindi con capacità tampone: se il ph scende sotto 5,5 si ha ambiente acido e si creano le condizioni per le carie.
L’azione chimica della saliva trasforma alcuni componenti degli alimenti per renderli più facilmente assimilabili dall’organismo, in un vero e proprio processo di pre-digestione: è il caso per esempio dell’amido, che alcune sostanze salivari trasformano in una sostanza più semplice e quindi più assimilabile.
La saliva partecipa attivamente all'equilibrio ed alla protezione della nostra bocca, le sue proprietà antibatteriche limitano la proliferazione dei batteri - la loro aggregazione ed adesione - ed eliminano i microrganismi indesiderabili: del resto basta osservare come i cani si leccano con cura le ferite per convincersi del ruolo immunologico della saliva.
Il valore corretto del pH salivare è, in genere, intorno a 6,5, ma per le questioni circadiane, esso può facilmente variare. È per questo motivo che la sua valutazione deve essere fatta da personale esperto.
Il dott. Panfili ritiene che il valore “personale ottimale” del pH urinario debba essere un punto in più rispetto a quello salivare; fermo restante che il pH salivare è rilevato correttamente, il pH urinario può arrivare fino a 7,8.
Poiché il valore IDEALE del pH dell’urina è conseguenza del valore pH salivare che è un valore “personale”, risulta chiaro il motivo per cui il pH urinario non può essere standardizzato: ognuno ha un proprio pH salivare, seppure ricadente in un range ottimale.
Quindi, in mancanza di interventi medici valutativi al limite del quasi divino (che neanche molti medici stessi conoscono), al fine di determinare il pH urinario atteniamoci a quanto segue…
PH NELLE URINE…
I valori di pH delle urine possono andare da circa 4 ad 8, ma i valori ideali ricadono nel range 6,5-7,5.
Valori minori o maggiori di pH creano calcoli renali che si possono depositare tanto nei reni che nell’apparato urinario; la patologia dei calcoli è detta “urolitiasi”.
Cosa sono i calcoli?
I calcoli sono piccole masse costituite da cristalli di sali di calcio, magnesio od ammonio, da acido urico o da cistina.
Essi si generano per una mancata eliminazione di sostanze minerali che, in condizioni non patologiche, avviene per mezzo delle urine.
Si formano nei reni, ma possono anche spostarsi nelle vie urinarie o nella vescica. In un 40% dei casi sono bilaterali, cioè interessano entrambi i reni.
L'analisi chimica del calcolo è fondamentale per capirne la genesi:
• 65-75%: calcio
• 10-15%: fosfati non calcarei (magnesio, ammonio)
• 5-10%: acido urico
• 1-3%: cistina
I calcoli sono importanti soltanto quando ostruiscono il flusso urinario oppure causano un danno tale da produrre ulcerazioni e sanguinamento. Essi possono anche essere presenti senza produrre alcun sintomo ed alcun danno renale significativo.
In generale, i calcoli piccoli sono più pericolosi, perché possono passare negli ureteri (condotti urinari) provocando un attacco doloroso (una delle forme più intense di dolore), noto come colica renale e, allo stesso tempo, ostruzione ureterale.
I calcoli più grandi non possono penetrare negli ureteri ed è più probabile che rimangano silenti nella vescica.
La colica renale colpisce senza preavviso, causando un dolore che spesso viene descritto come quello del parto o peggiore di una frattura, di una ferita di arma da fuoco, di un'ustione o di un dolore chirurgico.
Calcoli da pH alcalino
Quante volte vi siete trovati con i rubinetti di casa che spruzzavano in maniera scorretta poiché il beccuccio era ostruito dal calcio? Allora ne avete svitato il beccuccio e ripulito dai sassolini di calcio, così come per il manico della doccia; oppure alle terme dove ci sono croste di sali dappertutto. Così accade nelle urine quando esse sono eccessivamente alcaline: si formano calcoli.
Le urine molto alcaline sono la causa della presenza di sali di calcio e fosfato di magnesio e di ammonio.
La maggioranza dei calcoli, circa il 65-70%, contiene calcio, essendo composta da ossalato di calcio, od ossalato di calcio misto a fosfato di calcio e, meno comunemente, fosfato di calcio da solo.
Un altro 15% è formato dai «calcoli tripli» composti di fosfato di ammonio e di magnesio.
Un esempio di patologia per eccesso di sali di calcio è l’IPERCALCIURIA.
Calcoli da pH acido
In presenza di urine acide, si formano, allo stesso modo di quelle eccessivamente basiche, calcoli.
Una patologia da pH acido è l’IPERURICOSURIA cioè l’elevata presenza di acido urico.
L'acido urico è il prodotto terminale del metabolismo delle purine ed è derivato sia da fonti esterne (dieta) che prodotto dal normale metabolismo cellulare
L'acidosi metabolica cronica (intesa come stato generale dell’organismo acido rilevato dal pH dei tessuti) può causare un aumento dell'escrezione di sali di acido urico e formazione di calcoli renali, mentre generalmente la causa di calcoli renali di acido urico è conseguenza di un basso valore del pH delle urine per una persistente alimentazione inadeguata.
Un’altra patologia con pH acido è detta CISTINURIA; questa non è una formazione di calcoli “da” pH acido, bensì una formazione di calcoli che porta “ad” un pH acido. Infatti la cistinuria è una malattia ereditaria: per un difetto metabolico si verifica un deficit nel trasporto di quattro aminoacidi (arginina, lisina, ornitina e cistina) che comporta un notevole incremento di escrezione urinaria di cristalli di cistina fino a provocare cistinuria.
CONCLUSIONE
Sarò breve: una dieta a base di frutta e verdura mantiene il pH urinario a livelli ottimali.

Arca
