
Ho riflettuto parecchio su cosa riportare nel primo intervento sul forum dopo il ritorno dal Nepal.
Ma questa mattina svegliandomi verso le 6 le riflessioni sono finite e mi è stato chiaro quale esperienza descrivere.
Vorrei cominciare il racconto delle mie esperienze in Nepal con quello che considero una rivelazione. Al pari della scoperta alcuni mesi fa della dieta naturale del prof. Ehret.
Parto da un pò lontano. Circa 2 anni fa, la data precisa non la ricordo. Il mio spirito o più semplicemente qualcosa di profondo dentro me ha dato un segnale forte ma incompreso a livello coscente fino a qualche giorno fa almeno.
Questo segnale che tuttora è presente consisteva in una forte attrazione per il colore arancio. Il primo passo per assecondare questa voglia di colore è consistito nel comperare un giubbetto tecnico per alpinismo tutto arancione, come l'ho visto me ne sono innamorato. l'ho indosso praticamente sempre in tutte le stagioni. Mi da la sensazione di indossare un' armatura. Ho dovuto fare uno sforzo di volontà per non portarlo in Nepal causa di peso bagagli al limite e uso non ideale in tutte le situazioni soprattutto di freddo intenso. Comunque ne ho portato un altro di colore rosso che aveva tutti i requisiti necessari.
Non prendetemi per pazzo ma vorrei puntualizzare la forza di questa attrazione inconscia per una cosa "futile" come un colore.
In Nepal ho scoperto il significato di questa attrazione quasi maniacale.
Il penultimo giorno a Kathmanduho ho visitato il luogo sacro di Pashupatinath. Luogo sacro agli indù.
Con me c'era una guida del posto che spiegava il significato e funzioni dei templi delle varie divinita, le funzioni di altri templi legate ai riti funebri e o alla parte del tempio riservata solo ai fedeli indù. In poche parole ha spiegato in modo semplice e conciso tutte le diverse parti del luogo sacro.
Ad un certo punto ho chiesto il significato dei colori che si ritrovano in tutto il luogo sacro, nei vestiti e nel punto colorato posto in mezzo alla fronte dei fedeli e nel corpo tutto dipinto dei Sadu. Era una domanda che si trovava li nella mia mente da parecchi mesi perchè avevo già associato il colore arancio con le religioni orientali ma non avevo ancora approfondito la cosa. Il colore che si vede è in realtà l'insieme di tre colori: giallo, arancio e rosso. Quando la guida ha cominciato a spiegarne il significato l'emozione in me è stata grandissima.
I colori si rifanno al colore della fiamma del fuoco di legna, simbolo di purificazione e fortuna.
A questo punto il pensiero conscio e inconscio si sono fusi insieme allo stesso modo avvenuto con la scoperta della dieta naturale. Un significato semplice ma potente.
Due anni fa il mio spirito ha dato un segnale preciso e forte, che ha portato me ha intraprendere una via di completa purificazione trovando durante il cammino il metodo per raggiungerla.
Tutto il libro di Ehret è una celebrazione della purificazione sia fisica che mentale.
Nello scrivere questo l'emozione è stata di nuovo fortissima,
metà del tempo trascorso a scrivere l'ho fatto piangendo.
Spero di avere espresso in modo semplice e preciso questa mia esperienza e rivelazione. Ho sempre avuto difficoltà nell'esprimere i miei pensieri per mezzo sia della parola scritta che orale.
La visita di un tempio come Pashupatinath lascia il segno anche per altri motivi. E' un complesso sacro completo a parere mio.
E' composto: da una zona riservata solo ai fedeli di religione Indù; un edificio che accoglie le persone in procinto di morire; la parte sul fiume dove viene celebrato il rito funebre della cremazione e dispersione delle ceneri nell'acqua per un ritorno degli elementi del corpo alla natura; una zona di commemorazione dei defunti sulla riva del fiume opposta a quella della cremazione; le zone dove sono edificati i vari templi alle divinità indù; zone di meditazione dove si possono incontrare i Sadu; zona del tempio dove risiedono persone soprattutto anziane che non possiedono più nulla(neppure una famiglia) o malate, che vengono assistite anche dalle suore dell'ordine Missionarie della Carità, ordine fondato da Madre teresa di Calcutta; zone dove si possono trovare delle persone che giocano. La religione indù non separa la vita dalla morte ma la identifica in una sola cosa. La morte è parte della vita e la vita è parte della morte.
Nei prossimi post descriverò al meglio delle mie possibilità sia la dieta che le usanze del popolo nepalese.
Di nuovo un caloroso abbraccio a tutti
