La mia prima Maratona
Inviato: 22 marzo 2010, 15:51
Grandioso!
Dopo mesi di allenamento, di costante attenzione all'alimentazione prima e dopo gli allenamenti, a valutare pregi e difetti dei singoli alimenti o delle combinazioni tra loro, all'attenzione alle reazioni del fisico,...finalmente il gran giorno è arrivato e ieri, per la prima volta, ho disputato una Maratona arrivando fino in fondo...sano! La mia prima Maratona, quella di Roma.
Da quando ho intrapreso il percorso Ehretista, due anni fa, l’attenzione al fisico è passata inevitabilmente anche attraverso lo sport che ha contribuito non poco a sensibilizzare l’ascolto interiore; in quest’ottica la Maratona rappresenta un banco di prova molto elevato ed impegnativo e permette di effettuare un’accuratissima autodiagnosi essendo il fisico sottoposto a sollecitazioni extra-ordinarie.
Ed in effetti già dai primi chilometri ho dovuto fronteggiare le (normali) problematiche fisiche a cominciare dal dolore alla milza….e sì che non ne soffrivo da almeno vent’anni! In questo caso sono intervenuto con una leggera e costante “strizione” e con l’immancabile uvetta che, masticata un po’ e posta sotto la lingua, mi ha contemporaneamente aiutato ad allentare la morsa alla milza e “nutrito” in zuccheri.
Passata la milza è stato il momento del calcagno sinistro che però sapevo essere un semplice fastidio che sarebbe passato di lì a poco, una volta riscaldato bene; l’ho aiutato con la respirazione profonda e visualizzando l’energia del respiro che si dirigeva verso quella zona del corpo. Quindi è iniziato il risentimento inguinale che purtroppo è durato per circa quindici chilometri. Molto insidioso e comunque condizionante.
Anche in questo caso ho portato l’attenzione al respiro e all’ascolto del dolore evitando di forzare l’andatura; superato il 20° chilometro, quando i consueti rifornimenti non mi erano più sufficienti, ho provveduto con metà della porzione di miele di acacia che avevo portato con me, operazione che ho poi ripetuto dopo il 30° e poi nuovamente con l’uvetta.
Quando la stanchezza “vera” inizia a farsi sentire i dolori condizionano anche l’assetto posturale e questo rischia di essere pericoloso perché “correre male” aumenta di molto il rischio d’infortuni. Ed in effetti anch’io avvertivo molto la fatica ed il dolore ai piedi, pianta ed alluce, e questo frenava un po’ la dinamica di corsa anche se da un punto di vista atletico mi sentivo benone. Ovviamente ho usato prudenza perché ero determinato a completare la gara scongiurando il rischio assai frequente di ritiro agli ultimissimi chilometri a causa d'infortuni o crampi.
Proprio per evitare i crampi ho effettuato ottimi rifornimenti lungo tutto il percorso con acqua, arance, e sali (ahimè sì, ho ceduto ed ho assunto del Gatorade o simili per il reintegro) nonché la mia immancabile uvetta che, a poche manciate per volte, si è sempre dimostrata un’ottima riserva immediata di energia “pronta all’uso”. Anche gli spugnaggi mi hanno consentito di idratarmi bene per mezzo dell’idratazione della pelle, del viso e dei capelli permettendomi di contenere molto la perdita di liquidi.
Per farvela breve ho stretto i denti agli ultimi chilometri fino ad arrivare in vista del Colosseo…ultimo chilometro e, dulcis in fundo, a cinquecento metri dall’arrivo ho trovato un caro amico con il figlio che mi hanno spronato a conferma, non da ultimo, che anche l’energia “sociale” ha per noi un valore unico ed insostituibile.
Ed alla fine…un urlo di gioia!
Ieri mattina ero teso perché sapevo che comunque si trattava un po' di un azzardo avendo preparato la Maratona in poco più di quattro-cinque mesi (troppo poco, avrei avuto bisogno di un altro mese di allenamento) ma dentro di me sapevo che non mi sarei fermato per nulla al mondo
Fisicamente ho già recuperato, ho mangiato e riposato ed i doloretti sono scomparsi subito e quasi completamente. Da un punto di vista atletico ho sofferto poco perché l'andatura era molto tranquilla ed infatti non ho alcun risentimento alle cosce ed ai polpacci. Permane solo un leggero fastidio al ginocchio. Direi che il bilancio è più che positivo.
L’esperienza è stata bellissima, l’atmosfera, la città di Roma, la “caciara” dei turisti e i “vaffa” di alcuni automobilisti, i monumenti, la gioia e la solidarietà degli atleti…tutto bellissimo.
Da un punto di vista alimentare la preparazione non si è discostata da quella della Mezza Maratona di cui vi ho già scritto (leggi qui delle mie Le mie Mezze Maratone! )
Come scrissi allora ho dei menù standard di questo tipo:
a pranzo:
• esclusivamente frutta ed aria fresca
a cena
• insalatona abbondante (insalata verde oppure cavolo cappuccio o cavolo verza con a scelta carote, olive, capperi, cetrioli, cipolline, cetriolini o altri ortaggi, spesso con peperoncino e semi di lino o di sesamo tostati, accompagnata da una fetta di pane di segale tostato con aggiunta di abbondante aglio (tipo bruschetta)
• poi una verdura cotta al vapore o stufata,
• a volte chiudo con alcune mandorle o noci
• ogni due/tre settimane patate al forno oppure legumi
la domenica un piatto di pasta integrale (di farro o kamut o segale) con abbondanti verdure.
Con grande entusiasmo vi saluto e mi scuso se mi sono dilungato un po' ma credetemi, avrei continuato a scrivere per ore tanta è la gioia e la soddisfazione per un altro importante risultato raggiunto.
Ciao a tutti
Gianluca
Dopo mesi di allenamento, di costante attenzione all'alimentazione prima e dopo gli allenamenti, a valutare pregi e difetti dei singoli alimenti o delle combinazioni tra loro, all'attenzione alle reazioni del fisico,...finalmente il gran giorno è arrivato e ieri, per la prima volta, ho disputato una Maratona arrivando fino in fondo...sano! La mia prima Maratona, quella di Roma.
Da quando ho intrapreso il percorso Ehretista, due anni fa, l’attenzione al fisico è passata inevitabilmente anche attraverso lo sport che ha contribuito non poco a sensibilizzare l’ascolto interiore; in quest’ottica la Maratona rappresenta un banco di prova molto elevato ed impegnativo e permette di effettuare un’accuratissima autodiagnosi essendo il fisico sottoposto a sollecitazioni extra-ordinarie.
Ed in effetti già dai primi chilometri ho dovuto fronteggiare le (normali) problematiche fisiche a cominciare dal dolore alla milza….e sì che non ne soffrivo da almeno vent’anni! In questo caso sono intervenuto con una leggera e costante “strizione” e con l’immancabile uvetta che, masticata un po’ e posta sotto la lingua, mi ha contemporaneamente aiutato ad allentare la morsa alla milza e “nutrito” in zuccheri.
Passata la milza è stato il momento del calcagno sinistro che però sapevo essere un semplice fastidio che sarebbe passato di lì a poco, una volta riscaldato bene; l’ho aiutato con la respirazione profonda e visualizzando l’energia del respiro che si dirigeva verso quella zona del corpo. Quindi è iniziato il risentimento inguinale che purtroppo è durato per circa quindici chilometri. Molto insidioso e comunque condizionante.
Anche in questo caso ho portato l’attenzione al respiro e all’ascolto del dolore evitando di forzare l’andatura; superato il 20° chilometro, quando i consueti rifornimenti non mi erano più sufficienti, ho provveduto con metà della porzione di miele di acacia che avevo portato con me, operazione che ho poi ripetuto dopo il 30° e poi nuovamente con l’uvetta.
Quando la stanchezza “vera” inizia a farsi sentire i dolori condizionano anche l’assetto posturale e questo rischia di essere pericoloso perché “correre male” aumenta di molto il rischio d’infortuni. Ed in effetti anch’io avvertivo molto la fatica ed il dolore ai piedi, pianta ed alluce, e questo frenava un po’ la dinamica di corsa anche se da un punto di vista atletico mi sentivo benone. Ovviamente ho usato prudenza perché ero determinato a completare la gara scongiurando il rischio assai frequente di ritiro agli ultimissimi chilometri a causa d'infortuni o crampi.
Proprio per evitare i crampi ho effettuato ottimi rifornimenti lungo tutto il percorso con acqua, arance, e sali (ahimè sì, ho ceduto ed ho assunto del Gatorade o simili per il reintegro) nonché la mia immancabile uvetta che, a poche manciate per volte, si è sempre dimostrata un’ottima riserva immediata di energia “pronta all’uso”. Anche gli spugnaggi mi hanno consentito di idratarmi bene per mezzo dell’idratazione della pelle, del viso e dei capelli permettendomi di contenere molto la perdita di liquidi.
Per farvela breve ho stretto i denti agli ultimi chilometri fino ad arrivare in vista del Colosseo…ultimo chilometro e, dulcis in fundo, a cinquecento metri dall’arrivo ho trovato un caro amico con il figlio che mi hanno spronato a conferma, non da ultimo, che anche l’energia “sociale” ha per noi un valore unico ed insostituibile.
Ed alla fine…un urlo di gioia!
Ieri mattina ero teso perché sapevo che comunque si trattava un po' di un azzardo avendo preparato la Maratona in poco più di quattro-cinque mesi (troppo poco, avrei avuto bisogno di un altro mese di allenamento) ma dentro di me sapevo che non mi sarei fermato per nulla al mondo
Fisicamente ho già recuperato, ho mangiato e riposato ed i doloretti sono scomparsi subito e quasi completamente. Da un punto di vista atletico ho sofferto poco perché l'andatura era molto tranquilla ed infatti non ho alcun risentimento alle cosce ed ai polpacci. Permane solo un leggero fastidio al ginocchio. Direi che il bilancio è più che positivo.
L’esperienza è stata bellissima, l’atmosfera, la città di Roma, la “caciara” dei turisti e i “vaffa” di alcuni automobilisti, i monumenti, la gioia e la solidarietà degli atleti…tutto bellissimo.
Da un punto di vista alimentare la preparazione non si è discostata da quella della Mezza Maratona di cui vi ho già scritto (leggi qui delle mie Le mie Mezze Maratone! )
Come scrissi allora ho dei menù standard di questo tipo:
a pranzo:
• esclusivamente frutta ed aria fresca
a cena
• insalatona abbondante (insalata verde oppure cavolo cappuccio o cavolo verza con a scelta carote, olive, capperi, cetrioli, cipolline, cetriolini o altri ortaggi, spesso con peperoncino e semi di lino o di sesamo tostati, accompagnata da una fetta di pane di segale tostato con aggiunta di abbondante aglio (tipo bruschetta)
• poi una verdura cotta al vapore o stufata,
• a volte chiudo con alcune mandorle o noci
• ogni due/tre settimane patate al forno oppure legumi
la domenica un piatto di pasta integrale (di farro o kamut o segale) con abbondanti verdure.
Con grande entusiasmo vi saluto e mi scuso se mi sono dilungato un po' ma credetemi, avrei continuato a scrivere per ore tanta è la gioia e la soddisfazione per un altro importante risultato raggiunto.
Ciao a tutti
Gianluca