Inviato: 22 maggio 2008, 11:18
Personalmente ho eliminato la birra da un giorno all'altro pur essendone buon consumatore; la bevevo praticamente tutte le sere.
Pensate che avevo iniziato a berla a cena in sostituzione del vino perchè di questo ne prendevo due o a volte anche tre bicchieri a pasto.
Da quando ho tolto la birra, alla terza/quarta settimana di transizione, ho ripreso l'abitudine del vino rosso però con "terapia a scalare" (come per il caffè e lo zucchero) e soprattutto mettendomi a tavola solo la "razione" per quel pasto, mezzo bicchiere, talvolta un po' di più, e non la bottiglia.
In questo modo so di avere a disposizione quella quantità e non ne cerco altro. Ovviamente parlo solo della cena.
Per l'eliminazione definitiva mi orienterò sulla sospensione secca ma, per chi non riuscisse, credo che un buon succo d'uva biologico possa essere un'ottima alternativa sia per l'aspetto ed il colore (aspetto psicologico) che per il sapore (aspetto legato al gusto ed alla dipendenza "palatale"). Magari un altro tipo di succo può avere lo stesso effetto rispetto alla birra.
Non credo che la vostra attitudine al consumo periodico, come del resto la mia (cambia solo la frequenza e la modalità di assunzione), sia un problema in transizione a patto che, secondo la mia opinione, portiamo la nostra attenzione sul meccanismo del desiderio, del motivo che ci lega a quella sostanza o alla dipendenza psico-fisica.
Proprio il non averci rinunciato del tutto è un'ottima occasione che ci diamo per focalizzare l'attenzione su questi meccanismi.
Ne riparliamo senz'altro; è un tema fondamentale perchè si tratta di un esercizio che ci tornerà utile in tutto, anche nell'osservazione delle altre compulsioni (comportamentali, del pensiero, ....)
ciaociao
Pensate che avevo iniziato a berla a cena in sostituzione del vino perchè di questo ne prendevo due o a volte anche tre bicchieri a pasto.
Da quando ho tolto la birra, alla terza/quarta settimana di transizione, ho ripreso l'abitudine del vino rosso però con "terapia a scalare" (come per il caffè e lo zucchero) e soprattutto mettendomi a tavola solo la "razione" per quel pasto, mezzo bicchiere, talvolta un po' di più, e non la bottiglia.
In questo modo so di avere a disposizione quella quantità e non ne cerco altro. Ovviamente parlo solo della cena.
Per l'eliminazione definitiva mi orienterò sulla sospensione secca ma, per chi non riuscisse, credo che un buon succo d'uva biologico possa essere un'ottima alternativa sia per l'aspetto ed il colore (aspetto psicologico) che per il sapore (aspetto legato al gusto ed alla dipendenza "palatale"). Magari un altro tipo di succo può avere lo stesso effetto rispetto alla birra.
Non credo che la vostra attitudine al consumo periodico, come del resto la mia (cambia solo la frequenza e la modalità di assunzione), sia un problema in transizione a patto che, secondo la mia opinione, portiamo la nostra attenzione sul meccanismo del desiderio, del motivo che ci lega a quella sostanza o alla dipendenza psico-fisica.
Proprio il non averci rinunciato del tutto è un'ottima occasione che ci diamo per focalizzare l'attenzione su questi meccanismi.
Ne riparliamo senz'altro; è un tema fondamentale perchè si tratta di un esercizio che ci tornerà utile in tutto, anche nell'osservazione delle altre compulsioni (comportamentali, del pensiero, ....)
ciaociao