Molto ben fatto Luciano il tuo recente articolo sul tema, sopratutto per i risvolti psicologici insiti nel consumo di carne e nell'indifferenza con cui si uccidono (o meglio si FANNO uccidere) gli animali. Complimenti.
Ho letto da qualche parte che avremmo il diritto di mangiare un animale solo se avessimo il coraggio di ucciderlo con le nostre mani.
Credo che in questo caso il consumo di carne calerebbe drasticamente!
Comunque questo incantesimo ( la non considerazione degli animali e delle loro sofferenze ) è veramente profondo.
Ieri ho mandato il tuo articolo ad un amico carnivoro, che reputo comunque persona intelligente e sensibile e mi ha risposto semplicemente:
"La tua mail mi ha fatto venir fame. Vado a farmi una Fiorentina e un panino al Lampredotto".
Anchio qualche anno fà probabilmente avrei risposto così !
Se si cerca di cambiare qualcuno è come dire :
-così non mi piaci, non ti accetto e devi cambiare. Mangi gli animali e sei un assassino.
E lui si dice:
-quindi mi accetta solo a condizione che io sia così e non così? no non va bene. Per anni gli animali sono stati come oggetti e adesso dovrei passare per assassino. No meglio che continuino ad essere oggetti.
Varda ha scritto:
Ho letto da qualche parte che avremmo il diritto di mangiare un animale solo se avessimo il coraggio di ucciderlo con le nostre mani.
Credo che in questo caso il consumo di carne calerebbe drasticamente!
Tu dici?
Credo che una volta abituati ad uccidere gli animali per mangiarli questo meccanismo si instaura e vieni difficile da toglierlo se non si aquisisce la consapevolezza. Quindi è tutta questione di cultura e necessità. Se tu non hai ucciso mai un animale per mangiarlo ma hai la cultura che la carne di animale è commestibile e ti trovi su un isola che stai morendo di fame non ci penseresti due volte ad uccidere un animale o pescare un pesce e mangiartelo.
Anche se in quell'isola ci fossero delle piante con dei bei frutti ma non hai la conoscenza della dieta naturale dell'uomo potresti si mangiare qualche frutto ma saresti comunque proiettato sulla carne.
Perchè avresti la convinzione che di solo frutta non si può vivere cosa che attualmente è impostata l'alimentazione in generale su questo pianeta.
La cosa non è facile da risolvere ne tantomeno nell'immediato.
Sì, sono d'accordo, l'articolo di Luciano mi è piaciuto molto, perchè approfondisce bene l'argomento e gli aspetti psicologici; per chi ha letto il transurfing, si può ben dire che anche questo argomento può essere trattato come un pendolo, e non ne usciremmo più, più uno spinge da un lato, più ci sarà qualcun'altro che sente la necessità di spingere dall'altro lato. E questo non è saggio, nè utile.
In passato, la società era molto più agricola di oggi; la mia famiglia, per esempio, era contadina, e da piccola hanno insegnato anche a me a tirare il collo a polli e conigli che poi portavamo a casa e la nonna cucinava per tutta la famiglia; questo per dire, che se ti abituano fin da piccolo a vedere e fare certe cose, ti sembrerà naturale anche questo; essendo contadini, i miei parenti mi dicevano che questo rientrava nel quadro naturale delle cose, e io l'ho preso per buono, La differenza, in questo caso non sta nel mangiare o no gli animali, ma il fatto che da quell'epoca sia stato stravolto il senso della misura; per farvi un esempio per me agghiacciante, vi basti sapere che nella mia famiglia, nel dopo guerra hanno cominciato a fioccare i tumori all'intestino e allo stomaco, quando hanno cominciato a consumare carne tutti i giorni, e questo grazie al boom del dopo guerra e alla nuova economia industriale.
Carmillina ed Enrico, c'è del vero in quello che dite.
L'assuefazione, cioè la non consapevolezza, porta alle abitudini più agghiaccianti (Germania nazista docet).
Uccidere da solo sarebbe pur sempre meglio comunque che aprire comodamente a casa l'hamburger o il filetto di cernia. Un minimo di consapevolezza in più in questo caso occorrerebbe, almeno all'inizio!
Ho inviato il pezzo al mio amico perchè era molto equilibrato e insisteva costantemente sul non imporre all'altro i propri princìpi.
Zelandianamente parlando era ok, secondo me, Carmillina .
Tuttavia... l'è dura.
carmillina ha scritto: La differenza, in questo caso non sta nel mangiare o no gli animali, ma il fatto che da quell'epoca sia stato stravolto il senso della misura; per farvi un esempio per me agghiacciante, vi basti sapere che nella mia famiglia, nel dopo guerra hanno cominciato a fioccare i tumori all'intestino e allo stomaco, quando hanno cominciato a consumare carne tutti i giorni, e questo grazie al boom del dopo guerra e alla nuova economia industriale.
E questa sacrosanta verità non è affatto compresa dalle persone che sostengono che l'uomo consuma carne da milioni di anni.
Fatte le dovute eccezioni, siamo arrivati a metà del secolo scorso con le "gambe" di legumi e cereali, ma la propaganda ormai nasconde questi dati tra le pieghe delle facili verità...