Vorrei dirvi che mi dispiace per quello che è successo ai vostri familiari.
Anch'io sono triste per non aver potuto convincere mia madre, che soffre di emorroidi da quarant'anni e che dopo le gravidanze ha avuto anche un prolasso mucoso rettale, ad evitare di sottoporsi ad un intervento al colon retto, avvenuto qualche giorno fa.
Debbo dire durante il percorso di consultazione di vari "colonproctologi" (termine che non so perchè mi suscita il riso), ci sono stati quell più coscienziosi che le hanno sconsigliato di farsi tagliare. Aveva addirittura incontrato un medico che praticava l'idrocolonterapia e che le aveva garantito la piena guarigione con appena cinque sedute di idrocolon, dopo averle diagnosticato la presenza di cinque chili di feci mai elliminate, ma che ovviamente è stato preso per scemo da tutti gli altri che a guardarli, sarebbero i primi a doversi purgare come si deve, dato il volume delle loro pance
Martedì mia madre si ricovera per essere operata di emorroidi sanguinanti e indovinate cosa succede? Il giorno prima dell'intervento le danno da mangiare pasta al pomodoro e un secondo piatto a base di formaggi, quando sarebbe dovuta almeno rimanere a digiuno. Non eseguono nessuna pratica igienica pre-operatoria: nè la classica purga per bocca, nè un buon sano clistere. Si limitano a farle due perette localmente per svuotare solo l'ultimissimo tratto del colon, pechè tutto il resto, a detta dei vari operatori, non è importante che sia pulito ai fini di quel tipo di intervento. Ho fatto di tutto per convincerli a liberarla almeno prima di tagliarla ma non c'è stato verso. Alla fine mi hanno detto che se non accettavo questo tipo di preparazione, potevo benissimo portarmela a casa.
Comunque la operano e succede una cosa ancora più spiacevole: il chirurgp trasgredisce gli accordi presi, in cui mia madre aveva espresso la volontà di subìre l'asportazione soltanto delle emorroidi ormai lacerate e di non voler tagliare assolutamente il tratto di colon retto prolassato. Ma così non è stato. Il medico ha fatto di testa sua e ha tagliato tutto quello che "ha ritenuto opportuno". L'intervento, che doveva durare appena mezz'ora, durerà più di due ore, e mia madre ci viene consegnata devastata da un dolore disumano inimmaginabile, assopito con un'elevata dose di morfina. Il medico non si presenta a noi familiari per darci spiegazioni sul perchè non abbia rispettato il consenso informato. Dopo due giorni, ci dice che è stato costretto a procedere in quel modo.
Tra l'altro, l'esito dell'intervento è incerto: potrebbe anche non essere riuscito ed è esposto ad un elevato rischio di recidive. Solo il tempo ci darà risposta, dicono. Io già ce l'ho...
Adesso mia madre non riesce ad andare in bagno pur avendo un fortissimo stimolo, soprattutto per via delle ferite interne. Sono andata a chiedere un lassativo e non me l'hanno dato. Dicono che in queste condizioni è meglio che mia mamma non evacui. Le hanno detto di mangiare normalmente e di evitare solo le cose piccanti! Lei si sente piena di ostruzioni, ma in fondo se l'è proprio cercata.
QUESTO EPISODIO PER ME è UN CRIMINE. HO VISTO OPERARE PERSONE DI TUMORE SENZA ESSERE A LORO VOLTA PURGATE. E' SUCCESSO AL POLICLINICO DI CATANIA, NON SO COME FUNZIONI IN TUTTO IL RESTO D'ITALIA.
UN ABBRACCIO.