Il pus è solo muco che la tua bocca espelle, non è una cosa grave, anzi meglio fuori che dentro.
Per completezza: quando l'abbassamento del livello energetico di un organo supera la sua capacità di ripresa, quell'organo, quel sistema o quel corpo, muore.
E' vero quindi che il pus PUO' essere
solo uno sfogo di guarigione, ma PUO' ESSERE anche l'espressione che l'organo non ce la fa più a riprendersi. Un problema acuto che diviene cronico è sintomo di collasso energetico e se questo collasso, nel caso specifico, dal dente passa all'osso, l'osso marcisce.
A questo punto sopravviene la morte.
Ogni cosa deve essere valutata a livello sistemico e non si può sempre associare manifestazione a guarigione, ma anche a TENTATIVO di guarigione; quando il tentativo non riesce, il sistema giunge al collasso. In questo caso, si deve intervenire con rimedi salvavita quali l'antibiotico (di qualunque genere sia). Se si vuole non usare questo genere di prodotti, si deve sperare che la prevenzione sia stata efficace e sia avvenuta in tempo.
Ripeto il mio punto di vista: non sono contrario in assoluto a nulla, ma mi interessa valutare la cosa caso per caso a seconda della situazione del sistema colpito. Questo parametro è ciò che sposta un essere nella vita o nella morte.
Ricordo la sterilità della discussione circa la questione dello shock anafilattico in cui si metteva in dubbio la terapia ospedaliera salvavita: non accetto assolutismi, specie quando si può mettere in pericolo la vita degli altri.
Quindi ogni caso va valutato; non esistono regole valide per tutti. La regola è una cosa, l'approccio è un altro: la "regola" di non usare farmaci è una cosa, "non usarne" quando servono per non crepare non è una questione di regola, bensì di eccezione alla regola. Questo accade poiché gli assoluti non possono esistere, per cui ci sarà sempre qualcosa, almeno una cosa, che deve smentire la regola almeno una volta per non farla essere assoluta. Proprio in quest'ottica usiamo il SGDSM: lo tariamo su ognuno.