
Ormai sono in piena dieta fruttariana; in questo periodo, poi, è una vera gioia poter mangiare ogni sorta di frutta e verdura ':D'
Ho voluto provare la resistenza alla fatica con uno sforzo mediamente intenso e prolungato.
Domenica, dopo aver bevuto una spremuta di due arance, ho inforcato la bici, una semplice MTB, e dal mio paesino Ponte della Priula, sulle rive del Piave, altezza slm 75 metri, sono salito fino al Passo Praderadego, altezza slm 1000 metri. Non sono uno sportivo, vado in bicicletta ogni tanto ed era la prima volta che affrontavo un percorso così impegnativo per me. Il primo tratto di 22Km mi ha portato fino ai 280 metri di Valmareno, percorso quasi pianeggiante con piccoli dislivelli, durata 65 minuti. Lì è cominciata la salita vera e propria, con pendenze a tratti anche molto dure; in 9Km si ha un dislivello di 720 metri, percorsi in 90 minuti. In questo tratto di salita stava il nocciolo dell'esperimento, relativamente alla resistenza alla fatica. Devo dire che è andata bene, Ehret aveva ragione. Prima di tutto sono arrivato in cima, quindi la frutta e la verdura danno tutta l'energia necessaria. In secondo luogo non ho avuto sensazioni di essere esausto; fatica molta ma sempre sopportabile. Infine, cosa già provata in altri esperimenti ciclistici, ma meno intensi, nelle ore e giorni successivi allo sforzo non ho avuto nessun problema alla muscolatura che maggiormente ha sopportato lo sforzo.
Dopo una breve pausa e un bicchiere d'acqua, il ritorno. Meravigliosa la discesa, 18 minuti di pura estasi ciclistica, con rischi di arrivare troppo veloci al tornante... Piuttosto, la parte più pesante è stata quella degli ultimi chilometri, in pianura ma con tutta la stanchezza e soprattutto con l'indolenzimento della zona a contatto con la sella. Questo è stato l'unico problema, a pensarci bene.
Mi pare di poter confermare che la dieta ehretista (o ehretiana?) è compatibile con una intensa attività fisica. Più avanti proverò anche con sforzi più prolungati nel tempo.
Un saluto a tutti voi.
Giampaolo