luciano ha scritto:La questione è che nasciamo in un mondo illusorio, dove gli obbiettivi sono falsi e vengono inseguiti come se fossero i propri.
Quasi tutte le persone vivono in questa illusione e muoiono convinte di aver vissuto.
Va considerata una fortuna scoprire di aver perso l'interesse per questi obiettivi falsi.
Arrivati a questo punto si ha davvero la possibilità di vivere la propria vita invece che essere vissuti dalle circostanze.
Adesso non rimane che stabilire i propri obiettivi e vivere veramente. Occorre assolutamente farlo, altrimenti si rimane in un limbo in cui non sappiamo più chi siamo né cosa vogliamo fare.
Anche se in realtà abbiamo un unico vero obiettivo connesso con lo scopo della vita, ma ognuno deve scoprirlo da sé.

Ciao a tutti.
Rispondo a questo "antico" argomento evitando di aprirne uno nuovo.
Scrivo pur conoscendo già dentro di me, in parte, alcune risposte diciamo auto consolatorie, anche se di consolatorio c'è ben poco nella mia personale storia.
Senza dilungarmi troppo per non annoiare e annoiarmi, vorrei capire se è possibile attraverso la purificazione fisica, gestire il dolore, la rabbia e l'ingiustizia di quanto si subisce a causa delle persone che più si amano e che ci hanno traditi e violati profondamente nel cuore e nell'anima.
Parlo di mia figlia che non vedo da quattro anni e che vive col padre medico da cui sto attualmente divorziando. Ho un figlio autistico ed il padre mi sta portando via anche lui grazie al suo status sociale nonchè l'appartenenza alla "culla privilegiata della casta medica intoccabile".
Arranco da anni per difendermi e difendere mio figlio il cui padre ha deciso di mettere in un residenziale a soli 18 anni, quindi vivo un quotidiano fatto di profonda solitudine e frustrazione, rinnovando ogni ora della giornata l'impegno a non suicidarmi.
Nei momenti di minore sconforto mi dedico alla ricerca della salute fisica nel tentativo di arrivare a stare meglio emotivamente e nella speranza di riprendermi mio figlio, vivere sana e a lungo per poterlo curare e non lasciarlo da solo nelle mani di quel "padre" che spero crepi molto presto.
Da molto tempo ho tolto gli antidepressivi che facevano effetto solo alle tasche dei soliti noti, considerando che ho più che validi motivi per essere depressa, furiosa, addolorata e stanca.
Ho allontanato volutamente tutti quelli attorno a me perchè non ho niente di cui parlare, niente da dare loro e niente da prendere di utile: i miei interessi non trovano accoglimento nell'altro e viceversa.
Mi sento completamente svuotata e capisco che non si possa vivere senza amore e senza socialità, ma mi guardo attorno e la gente mi piace sempre meno.
Difficile vivere il quotidiano e aspettare, sperare fiduciosa nel sistema giudiziario italiano con i suoi tempi dilatati e insopportabili mentre la vita di mio figlio e la mia vanno a rotoli.
E poi c'è la prima figlia, la messalina senza scrupoli che ha svenduto la madre e il fratello per riempire la sua insaziabile vuotezza fatta di rancori: provo per lei un odio profondissimo per il male che ha fatto ripetutamente a me e a suo fratello.
Io non la voglio più vedere, ma il mio cuore sanguina.
Da metà luglio fino a 10 giorni fa ho praticato il digiuno dai cibi solidi, alimentandomi con soli succhi di frutta e verdura e poi, piano piano ho reintrodotto i cibi solidi, cibi consentiti dalla dieta di transito. Sono vegetariana, ma da poco tempo ho eliminato anche le proteine animali e quindi non rientrano nella mia personale dieta. Ho eliminato i cereali, ma mi cucino il pane col grano saraceno e, devo dire la verità, ne mangio in gran quantità: è molto consolatorio!
Vorrei capire se tutta questa furia e questo dolore che mi fa scoppiare più volte al giorno in un pianto devastante che mi toglie il respiro, può essere letto come "crisi eliminativa emotiva", ovvero il "muco dei sentimenti" che si scioglie.
C'è da dire che per 15 anni ho trattenuto il dolore e le lacrime fino a non riuscire più a piangere, almeno adesso ci riesco.
C'è anche da dire che ho dovuto smettere di fumare e fumavo veramente tantissimo.
E' la rabbia, controparte del dolore, che mi sta uccidendo lo stomaco.
Non so proprio come fare e sapere che l'efficacia della pulizia dell'organismo passa anche attraverso il pensiero positivo, mi avvilisce perchè attualmente sono proprio impossibilitata, anzi, spererei nel contrario: una bella pulizia interna che possa aiutare il mio cuore ferito e la mia anima spezzata.
Intanto cerco di tenere a bada i miei pensieri, pensieri che augurano le peggio cose, pensieri molto tossici, pensieri distruttivi...e mangio pane di grano saraceno...