Questo capitolo fa parte di quello che chiamo il Sistema di Guarigione della Dieta Universale, che comprende e ha come fondamento il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco di Arnold Ehret.
Dopo più di sette anni di esperienza e di osservazioni riguardanti l’applicazione del Sistema di Guarigione di Arnold Ehret, posso dire che ci devono essere alcuni presupposti perché qualsiasi sistema di guarigione funzioni.
Ogni sistema che dia risultati include sempre, oltre a pratiche salutari come la pulizia intestinale, l’esercizio fisico, l’acqua e l’aria pure, l’esposizione ai raggi del sole, un cambiamento dalla dieta nefasta della “nostra” civiltà verso la dieta naturale dell’uomo come prospettato da Arnold Ehret. Tutte le terapie valide, come quella proposta da Arnold Ehret, ma, per esempio, anche quelle proposte dal Dott. Gerson, dal Dott. Tilden, dal Dott. Jensen, dal Dott. Norman Walker, solo per citarne alcuni, includono una variazione nel modo di alimentarsi.
Tuttavia nonostante alcuni seguano con quasi maniacale precisione i protocolli proposti dai suddetti e altri autori non riescono ad ottenere risultati apprezzabili.
La ragione sta nel modo in cui si è e in cui ci si comporta con le altre persone.
L’esistenza di ogni cosa animata o inanimata segue un percorso dalla nascita, o creazione, fino alla sua morte, o distruzione, seguendo il modello di una curva che partendo da zero si evolve nel tempo e nello spazio fino a raggiungere un apice per poi ridiscendere di nuovo fino a zero.
Il corpo umano nasce, cresce fino a raggiungere il suo completo sviluppo a cui segue un periodo di continuità nello stato adulto dopo il quale inizia il decadimento, il momento in cui la curva tende verso il basso, e infine avviene la morte quando la curva è arrivata di nuovo al livello dello zero più in là nel tempo e nello spazio.
Questo vale per una casa, che viene progettata, si preparano le fondamenta, si inizia a costruirla, la si finisce abbellendola, poi con il passare del tempo si sgretola fino a diventare un cumulo di macerie.
Lo stesso vale per una civiltà. Un Uomo presenta ad altri uomini un modello secondo cui vivere, un modello che include regole di comportamento, obiettivi materiali e spirituali degni di essere raggiunti, oltre alla definizione dello scopo ultimo della vita, e se degli altri uomini decidono di seguirlo si forma una civiltà che continuerà ad esistere fino a quando il modello viene mantenuto inalterato, diversamente si ha un declino e la conseguente fine di quella civiltà.
Un governo degno di tale nome dovrebbe semplicemente agire per il mantenimento del modello a cui si è inizialmente deciso di aderire. Ovviamente il modello dovrebbe stabilire le qualità e i comportamenti che i membri di una società dovrebbero tenere per permettere lo svolgimento armonioso di relazioni e attività.
Considera tutte le qualità desiderabili come onestà, giustizia, generosità, etica e morale, benevolenza, intelligenza, senso di responsabilità, la lista è lunga. Queste sono le qualità che è provato che permettono lo svolgimento armonioso della vita sociale e che quando una civiltà ha iniziato a trascurarle ha iniziato a decadere per poi scomparire.
Come una casa può essere fatta durare a lungo con opere di manutenzione o di ristrutturazione, oppure abbandonata, una civiltà può essere fatta rifiorire introducendo nuovamente i principi trascurati. Ne abbiamo un esempio nella nostra civiltà, il passaggio dagli anni bui dell’ignoranza del medioevo al Rinascimento e il ricadere nel nuovo medioevo, questa era super tecnologica della cultura insulsa del mainstream dove gli obiettivi offerti sono quelli altrettanto insulsi fissati dal mercato delle multinazionali.
Ne consegue che non importa in quale punto della sua spirale discendente si trovi una civiltà, si può invertire la tendenza introducendo nuovamente i concetti e principi abbandonati che l’avevano resa fiorente e prospera.
Questo si applica ovviamente all’individuo, perché è il singolo che deve fare questo lavoro di ristrutturazione su sé stesso, la civiltà è un concetto, la fotografia di gruppo degli individui di cui ne fanno parte, come la foresta è l’insieme dei singoli alberi.
Quando l’individuo si occupa del proprio miglioramento spirituale ottiene la buona salute e la mantiene. Modifica la curva della sua vita, può indirizzarla ancora verso l’alto, rallentandone il decadimento, in teoria fermandolo. La società migliora di conseguenza grazie al miglioramento attuato su sé stesso dal singolo individuo. Diversamente abbiamo malattia, mancata o parziale guarigione e decadimento sociale.
Colpa e Responsabilità
E’ difficile non cadere nella trappola dei sentimenti negativi nella situazione attuale. Ogni giorno vediamo i risultati del malgoverno e della malapolitica, i rimedi che il governo applica sono peggiori del male da curare, i nostri soldi, frutto del nostro lavoro e fatica vengono succhiati e dilapidati in un istante senza vedere alcun effettivo miglioramento. Le autorità politiche, dal presidente della repubblica giù fino al più insignificante portaborse giustificano i fallimenti nel risolvere la situazione dicendo che la colpa è della crisi, dimenticando che la crisi è il risultato delle scelte di una politica asservita ai grandi speculatori economici.
Ce n’è a sufficienza per essere arrabbiati. Se poi aggiungiamo anche gli avvenimenti nella sfera privata come truffe subite, disservizi in uffici pubblici e privati, tradimenti di coppia, ingiustizie fra fratelli e parenti riguardo ad eredità e lasciti, c’è motivo per essere risentiti molte delle volte che incontriamo o pensiamo a qualcuno.
Non dobbiamo però lasciarci coinvolgere nel malanimo trasmesso dai media riguardo a tutti gli avvenimenti negativi che hanno luogo ogni giorno. Non possiamo cambiarli sfogando la rabbia in manifestazioni di piazza o scrivendo articoli con animo inviperito. L’unico modo in cui possiamo cambiare il mondo in cui viviamo è cambiando noi stessi.
Il mondo esterno riceve l’impronta da ognuno di noi, e ogni cosa buona o cattiva che esiste nel mondo è l’interazione delle nostre creazioni.
Poche cose accendono l’animo di una persona come i torti subiti. E’ incredibile la sensazione che si sperimenta nel petto per la rabbia che si prova nel rammentare un’ingiustizia. Si prova rabbia e risentimento e persino odio verso chi ci ha fatto un grave torto, e questo può durare molto tempo, spesso tutta la vita. Ho sentito racconti da parte di persone anziane che ancora inveivano contro chi aveva fatto loro un dispetto più di mezzo secolo prima. Lo ricordavano come se fosse successo il giorno prima, e questo mostra la forza di queste emozioni negative.
Gli effetti sulla nostra salute di tali emozioni sono estremamente distruttivi. Le emozioni intervengono e interferiscono nel funzionamento delle ghiandole endocrine, regolano o alterano la produzione di ormoni da parte degli organi, influiscono sulla digestione, alcalinizzano e acidificano il corpo.
In particolare le emozioni negative agiscono sulle ghiandole surrenali, inducono la produzione in eccesso di adrenalina e su altre ghiandole causano iperfunzione ma anche ipofunzione. Tutti gli inestetismi sul volto e della pelle sul resto del corpo sono l’effetto di ormoni in eccesso o in difetto, come pure disturbi e malattie. L’alimentazione corretta nel caso che si coltivano sentimenti ed emozioni negative può solo temporaneamente e in parte tamponare una cattiva condizione di salute.
Per molto tempo ho ritenuto giusto il risentimento nei confronti di chi mi aveva fatto un torto, e potrebbe apparire logico in un ragionamento. “In pochi secondi mi hai intenzionalmente spaccato in due il mio modello di aereo a cui avevo dedicato centinaia di ore di appassionato e accurato lavoro, cosa ti aspetti, che ti sorrida e ti dica che ti voglio bene? Posso solo dirti che aspetto il momento di renderti la pariglia, e nel frattempo non posso che gioire nel vedere che le cose ti vanno male…”
Di solito non riserviamo identico trattamento a noi stessi quando siamo noi a fare dei torti ad altre persone, anche se a volte succede che ci si facciano delle colpe, vere o presunte ma dall’identico effetto distruttivo.
La conoscenza che i risentimenti e l’odio distruggono chi li alberga nel suo animo è anche parte della cultura hawaiana, e gli hawaiani cercano di risolvere il malessere che inevitabilmente scaturisce dal perseverare nel nutrire tali sentimenti con la pratica dell‘Ho’oponopono, (sul quale libri e gadget si sprecano) che significa mettere le cose al posto giusto, aggiustare le cose. In pratica è il riconoscere che ognuno è responsabile della propria condizione, si riconoscono i torti fatti e si perdonano quelli subiti.
Tuttavia il perdonare non risolve completamente una situazione, per quanto sia meglio di niente. Uno può perdonare qualcuno per avergli fatto un torto, lasciare andare il risentimento trattenuto fino a quel momento e sentire un enorme sollievo.
Il sollievo in realtà, più che dall’atto di perdonare in sé, proviene dall’abbandono del risentimento.
Tuttavia per ottenere una liberazione completa occorre andare ancora più oltre.
Il perdono ha questa formula: io lascio perdere il risentimento nei tuoi confronti per il torto che tu mi hai fatto. Chi perdona ancora ritiene che il perdonato abbia fatto qualcosa nei suoi confronti e di non essere in alcun modo la causa dell’effetto ricevuto. Questo presumerebbe che qualcuno possa fare qualcosa a noi stessi senza il nostro consenso, violando la legge del libero arbitrio.
La verità è dura da digerire e per alcuni è assolutamente indigesta. L’attribuzione della colpa ad un altro di quanto da noi subito, sebbene per mano di un altro, è assolutamente arbitraria secondo la legge di causa ed effetto che governa gli avvenimenti.
Ognuno di noi è causa degli effetti che ottiene, desiderati o meno. Quindi l’azione completa risolutiva non è il semplice perdonare, ma il riconoscere la propria responsabilità per quanto “l’altro ci ha fatto” e che quindi non c’è alcun motivo per avere risentimenti nei confronti dell’altro.
Alcuni affermano che il rinunciare a sentimenti di rivalsa e all’odio funziona perché “siamo tutti un’unica cosa”. Non è esatto, siamo singoli individui, ma interagendo con il resto del mondo formiamo delle connessioni con flussi di energia per comunicare e agire, e quando attribuiamo la fonte errata alle nostre azioni causiamo una persistenza della connessione che può dare l’impressione di essere un tutt’uno con la cosa connessa.
E’ difficile comprendere la totale responsabilità per quello che ci succede se si ha una conoscenza parziale della vita, se non si sa perché siamo qui, cosa ci facciamo qui. Se non si possiede questa conoscenza non è possibile comprendere né tanto meno accettare che una persona è responsabile di essere investita sulle strisce pedonali da un auto guidata da un ubriaco mai visto prima, per non parlare di un bambino che viene ucciso al momento della sua nascita. In mancanza di conoscenza la domanda che viene da chiedere è: “Dio, come hai potuto permettere che succedesse? Che colpa avevano queste persone innocenti?” Non si tratta di colpa ma di responsabilità. In una certa misura ne sono responsabili.
La religione cattolica risolve questi interrogativi dicendo che queste cose avvengono per il volere di Dio e le ragioni per cui avvengono fanno parte del suo disegno che non possiamo conoscere. Io invece dico che l’essere è immortale, e che in quanto tale è alquanto improbabile che esprima se stesso una sola volta nell’eternità per una spanna di tempo che per la maggior parte degli individui non arriva a 100 anni. Di fatto quando decide di entrare nel mondo materiale ci rimane per eoni, e quando entra nel ciclo di nascita e morte continua a rinascere e a morire fino a quando non riprende nuovamente coscienza della sua essenza ritornando allo stato non manifesto.
Nel corso delle vite commette azioni ottenendone gli effetti, buoni o cattivi, alcuni subito, altri in vite future (il tempo è un’ apparenza) e quando questo succederà, se nel frattempo sarà diventato inconsapevole, l’ultima cosa che farà sarà quella di attribuirsene la causa e quindi di assumersene la responsabilità.
Dirà invece che qualcuno gli ha fatto qualcosa, proverà risentimento o odio, i suoi organi non funzioneranno correttamente e qualunque cura o dieta faccia non guarirà completamente, solo tamponerà le falle nella sua salute, fra alti e bassi.
Nessuna cura e nessuna dieta porteranno la guarigione in un individuo che coltiva sentimenti di paura, odio, risentimento, dispiacere, delusione e altre espressioni di energia negativa.
La pulizia deve essere duplice — vale a dire: sia nello spirito che nel corpo.
Arnold Ehret
Premesso che la liberazione dalle emozioni negative è necessaria, e che un’alimentazione come quella proposta dal sistema di Guarigione della Dieta senza muco di Arnold Ehret aiuta a liberarsene, ci sono altri fattori fisici di cui tenere conto come spiegato in questo articolo:
Prerequisiti per la pratica del Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco
Questo vale non solo per il Sistema di Ehret, per quanto completo e risolutivo, ma per qualsiasi altra terapia non farmacologica che si voglia intraprendere. Infine, non dimenticare di curare i tuoi denti, conosci le trappole del settore: