Il processo di ossidazione a livello cellulare nell’uomo non è diverso dal processo che arrugginisce il ferro. Una reazione elettro-chimica produce danni fisici che possono evolversi in un deterioramento delle cellule, danni genetici a livello cellulare, una imprevedibile replicazione cellulare (il cancro), o la morte cellulare.
La convinzione di base della scienza ortodossa è che la degenerazione di un organismo sia dovuto all’accumularsi, a livello molecolare e cellulare, di effetti collaterali prodotti dal metabolismo e che il metabolismo stesso non è in grado di eliminare. L’accumulo di tale “spazzatura” fa progressivamente diminuire l’efficienza dell’organismo, finché esso diventa incapace di difendersi dalle malattie o di mantenere in funzione gli organi vitali.
E’ pure convinzione, sempre della scienza ortodossa, che questo probabilmente succede perché la Natura si è preoccupata della sopravvivenza della specie e non di quella dei singoli individui, per cui, se da una parte ha progettato un sistema molto efficiente per la riproduzione, dall’altra non ha progettato un metabolismo capace di ripararsi integralmente e così conservarsi indefinitamente una volta raggiunto il completo sviluppo.
Se la prima convinzione può corrispondere alla realtà, per la seconda occorre specificare che la Natura non ha progettato un metabolismo capace di ripararsi integralmente anche nel caso che gli vengano dati spazzatura e veleni da metabolizzare su base quotidiana, ma che sarebbe perfetto se ci si nutrisse del cibo adeguato che la Natura ha deciso per l’essere umano.
Arnold Ehret nel suo libro il “Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco”, spiega chiaramente che non è possibile rimanere o riottenere la buona salute se ci si nutre dei cibi della moderna civilizzazione e questo già nel lontano 1922.
Ehret afferma che i cibi della civiltà attuale non sono completamente digeribili e che lasciano dei residui che il metabolismo non riesce ad eliminare, ma tali residui collosi, trasportati dal sangue, si appiccicano nella struttura interna dei vari tessuti, nei vari organi del corpo, ovunque.
Al tempo di Ehret non si parlava di radicali liberi applicati all’uomo, ma solo nelle reazioni chimiche di laboratorio, altrimenti avrebbe senz’altro fornito una spiegazione con termini scientifici di cui la comunità scientifica sarebbe stata soddisfatta, anche se avrebbe continuato ad ignorarlo, in quanto la sua soluzione alle malattie che affliggono l’uomo esclude il trattamento farmacologico.
Quando parliamo di “muco” così come lo ha definito Ehret, è cioè un residuo colloso del metabolismo di cibi inadatti che gradualmente pervade tutto l’organismo, stiamo parlando con altri termini dell’azione dei radicali liberi.
Le molecole private di elettroni tendono ad appiccicarsi ad altre nel tentativo di completarsi, alterando le strutture cellulari, incluso il DNA.
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Che cos’è un radicale libero?
Un atomo, il materiale di costruzione di ogni cosa, incluso le cellule, consiste di un nucleo con protoni e neutroni, e coppie di elettroni in orbita in uno spazio caricato elettricamente. Il comportamento di un atomo dipende dal numero di particelle caricate elettricamente. Quando, durante una reazione chimica, un elettrone viene strappato via da una delle coppie di elettroni di una molecola di ossigeno, quella molecola di ossigeno con un elettrone spaiato diventa un radicale libero. Questa molecola, con l’elettrone mancante, ora deve cercare un altro elettrone per riformare la coppia, e causa un danno a un’altra cellula, altrimenti sana, tirando via un elettrone a una delle sue molecole, e quest’ultima molecola diventa a sua volta un radicale libero. Ma non è tutto. La nuova molecola danneggiata, ora essa stessa priva di un elettrone, deve “rubarlo” ad altre cellule, altrimenti equilibrate, in quella che ormai è una reazione a catena di replicazione di radicali liberi. A seconda della quantità di antiossidanti disponibili e del livello di esposizione a sostanze chimiche, dieta errata, soppressione del sistema immunitario, ecc, ci possono essere migliaia e migliaia di manifestazioni di radicali liberi nel corpo in qualsiasi momento. Pertanto, l’esistenza di una sufficiente quantità di antiossidanti, sia prodotti dal corpo stesso che forniti dalla propria alimentazione, possono fare la differenza, detto in maniera molto esplicita, tra salute e malattia.
Che tipo di danni fanno i radicali liberi?
Si stima che ogni cellula del corpo subisce dei danni consistenti se viene a contatto con un agglomerato di 10.000 radicali liberi durante la giornata e molti di questi danni vengono fatti al materiale genetico nelle cellule. Questo peggiora con l’età. Le persone anziane hanno una frequenza di mutazione delle cellule nove volte superiore a quella dei bambini. Inoltre, le membrane delle cellule e le proteine vengono anch’esse danneggiate dai radicali liberi. I tessuti grassi in particolare sono soggetti a ossidazione. Questa viene chiamata “perossidazione lipidica” fenomeno che può essere notato osservando la pelle che si secca. Proteine ed enzimi danneggiati causano rughe premature, invecchiamento, o anche crescita di cellule cancerogene nella pelle danneggiata. Lo stesso processo può avere corso ovunque all’interno del corpo dove non vi siano sufficienti antiossidanti a “saziare” i radicali liberi che rubano elettroni.
I nutrienti antiossidanti possono ridurre il rischio di insorgenza di decine di malattie degenerative, tra cui le malattie cardiache, l’artrite e il cancro. Gli antiossidanti anche rallentano il processo di invecchiamento, prevengono la cataratta e contribuiscono ad una più lunga e migliore qualità della vita.
Che cosa è un antiossidante?
Tutto ciò che rallenta il processo ossidativo può essere chiamato antiossidante. Come suggerisce il nome, gli “anti” – “ossidanti”, sono sostanze nutritive che bloccano l’ossidazione delle cellule causata dai radicali liberi, viaggiando attraverso il corpo donando elettroni, quindi spegnendo il desiderio di questi radicali liberi di sottrarre un elettrone da un cellula con atomi stabili. Gli antiossidanti alimentari includono vitamina E e C, carotenoidi ( pigmenti vegetali liposolubili) e flavonoidi ( pigmenti vegetali idrosolubili). Gli antiossidanti lavorano insieme come un network, alcuni estendono la vita di altri.
Gli antiossidanti viaggiano attraverso il corpo donando elettroni ai radicali liberi, in modo da stabilizzarli e impedendo loro di rubare un elettrone da altre cellule.
Che cos’è un network di antiossidanti?
Non si devono considerare gli antiossidanti dei singoli composti. Dovrebbero essere considerati come i giocatori che fanno parte di una squadra, o come i musicisti che formano un’orchestra. Grandi quantità di vitamina E migliorano le condizioni di salute ma una combinazione sinergica di antiossidanti da risultati maggiori del 30%, con importi notevolmente inferiori di vitamina E. Diversi antiossidanti funzionano in modi differenti, in varie parti delle cellule e nei fluidi corporei, e possono anche rigenerare o riciclare altri antiossidanti indeboliti cedendo elettroni a loro.
Come faccio a ridurre la mia esposizione ai radicali liberi?
- Evitando gli ambienti con molto smog e di fumare.
- Non esponendosi troppo al sole se la propria alimentazione è onnivora.
- Evitando di consumare alimenti ad alto contenuto di grassi, ad alto tenore di zucchero, bevande gassate e prodotti alimentari lavorati.
- Riducendo l’esposizione ai solventi, prodotti chimici e fibre sintetiche.
- Riducendo l’esposizione alle radiazioni, cellulari, ponti ripetitori, wireless, ecc. cosa oggi impossibile.
- Facendo esercizio fisico.
- Bevendo acqua non clorata.
- Tentando di ridurre lo stress, anche lo stress aumenta la produzione di radicali liberi. Lo stress provoca un aumento della produzione di adrenalina, che attiva le piastrine del sangue creando una maggiore tendenza a raggrupparsi formando poi dei coaguli di sangue.
- E più importante di tutto, non facendo mancare al tuo corpo gli antiossidanti.
Lo stress ossidativo del corpo è stato collegato a malattie che vanno dal cancro alle malattie cardiache. Lo stress ossidativo accelera notevolmente la distruzione cellulare che si verifica con il diabete.
Questo è il motivo per cui la conservazione dello status antiossidante nel corpo è di enorme importanza. Il modo più semplice per ottimizzare i livelli di antiossidanti è di seguire una dieta ad alto contenuto di alimenti antiossidanti.
Radicali liberi e cancro.
Il numero uno dei fattori di rischio associati con lo sviluppo di cancro non è il fumo, inteso come causa diretta, come molte persone credono.
E’ l’accumulo dei danni causati dai radicali liberi nel corso del tempo.
E’ ben documentato che le probabilità di ammalarsi di cancro aumentano in proporzione diretta con l’età. Questo significa che i più anziani hanno maggiori probabilità di ammalarsi di cancro.
Le possibilità di contrarre il cancro aumentano in modo esponenziale con l’età. Secondo le statistiche della American Cancer Society, a partire dai 39 anni 1 persona su 60 ha la possibilità di ammalarsi di cancro invasivo, ma non appena raggiunge i 60 anni, le possibilità aumentano di 20 volte, il che corrisponde a 1 persona su 3.Questo significa che uno su tre uomini di età compresa tra i 60 e 70 si ritroverà con una qualche forma maligna di tumore con metastasi.
Purtroppo in queste statistiche dovrebbero essere inclusi i bambini a cui sempre più viene diagnosticato il cancro.
Tutto questo riguarda principalmente le persone onnivore, che seguono abitualmente lo stile di vita insensato della civiltà odierna, che comprano qualsiasi cosa che viene pubblicizzata in TV, senza alcuna cognizione delle leggi della Natura che governano lo stato di buona salute.
Non sono esenti comunque quelle persone che si dichiarano vegetariane o vegane che non escludono quei prodotti industriali che pur non essendo di origine animale possono essere ancor più dannosi.
Consumare zucchero, raffinato o meno, cibi in scatola, bibite gassate, torte, brioches, marmellate, biscotti, cioccolato, caramelle, caffè, birra, vino, fumare, e tante altre cose alquanto snaturate dalla lavorazione industriale, per quanto non siano prodotti animali, a lungo termine creano comunque gravi danni all’organismo.
La soluzione quindi è consumare cibi che contengano antiossidanti naturali. Gli antiossidanti sintetici, creati mettendo insieme vari elementi chimici non danno comunque i risultati sperati.
Quali antiossidanti che veramente funzionano e perché funzionano, a differenza della quasi totalità di altri sul mercato verrà spiegato in un prossimo articolo.