Nel forum di arnoldehret.it da anni parliamo di integratori e a seguito di anni di sperimentazione personale possiamo dire di avere titolo a parlare di integratori con cognizione di causa.
Chi ha disponibilità di frutta e verdura bio di qualità, coltivata su terreni non impoveriti, senza utilizzo di fitofarmaci e concimi chimici, non ha bisogno di alcun integratore se non riscontra alcuna carenza di vitamine e minerali nel suo organismo.
Sul web ogni tanto capita di leggere del testo scritto da persone che ripetono i soliti slogan contro gli integratori e affermano che rompono gli equilibri del corpo già compromessi dalla passata alimentazione errata.
Tralasciando il fatto che un equilibrio compromesso non è più un equilibrio, non tutti gli integratori sono prodotti di sintesi chimica, alcuni sono semplicemente compresse di elementi naturali essiccati.
Come ho sempre sostenuto, il problema è che molte persone hanno un concetto immaginario che è slegato dal significato di integrare. Capita di parlare di integratori e vengono percepiti come “pastiglie”o “pillole” che si agganciano al concetto di medicinale o farmaco.
Integrare significa rendere integro o intero, rendere completo, ovvero completare aggiungendo ciò che manca per raggiungere l’interezza.
Non significa nient’altro. Se non sono in grado di ottenere tutto quanto mi serve dalla mia alimentazione per diverse ragioni, può essere utile prendere dei buoni integratori.
Su questo io e Vadim Zeland, l’ideatore del Transurfing, siamo sempre stati concordi. Cito Vadim Zeland con il quale ho affinità d’intenti, perché suppongo che tutti possano concordare che quanto afferma uno scienziato fuori dai canoni del mainstream e autore di successo che ha venduto milioni di libri in tutto il mondo non provenga da una mente in vena di dire stupidaggini. Nel suo libro Transurfing Apocrifo, pubblicato in italiano con il titolo Transurfing Vivo, nella sezione Il Cibo Vivo, Vadim alla domanda “Cosa pensa dei biointegratori?” risponde: Io non divido il cibo in principale e integratore. Un altro discorso è che ci sono prodotti che per le persone “normali” sono medicine o biointegratori e per me invece sono cibo abituale. Ovviamente parlo solo di integratori naturali, come per esempio le alghe marine polverizzate, la crusca, la polvere di cardo, l’olio di cardo, l’olio di amaranto, la spirulina, tutti prodotti che si comprano in farmacia, non in negozi di alimentari. Per qualcuno si tratta di medicine, per me si tratta di cibo. Qualcuno preferisce prima rovinarsi e poi curarsi con solerzia, io preferisco alimentarmi in modo tale da evitare necessità di cure.
Ovviamente uno può supplire alla maggior parte di carenze di elementi nutritivi nel cibo odierno con i succhi di frutta e verdura ottenuti con i moderni estrattori.
La condizione è che la frutta e la verdura sia coltivata biologicamente. Il fatto che provenga dal contadino vicino a casa propria non fornisce alcuna garanzia che non vengano usati fitofarmaci. Ho avuto modo di vedere dei fusti di plastica blu solitamente utilizzati per contenere prodotti chimici ammassati dietro il capanno degli attrezzi di un contadino.
E’ possibile che vi siano aziende che una volta ottenuta la certificazione bio poi non seguano sempre le regole, ma la quasi totalità di tali attività appartengono a persone oneste e dedicate.
Arnold Ehret propone la dieta senza muco che si basa su frutta e verdura cruda. Avendo osservato che la maggior parte delle persone non può passare direttamente dalla deleteria alimentazione onnivora a una di sola frutta e verdura cruda senza avere complicazioni di diversa natura, ha ideato la dieta di transizione che include il consumo di cibi cotti. I cibi cotti in molte circostanze sono necessari, sono il ponte che permette di transitare le persone che lo desiderano dall’alimentazione onnivora all’alimentazione crudista.
Ehret non prende in considerazione i valori nutritivi dei cibi cotti, ma le loro caratteristiche che permettono il loro utilizzo nel rallentare il processo di disintossicazione quando i sintomi del processo sono troppo fastidiosi.
Chi afferma che la frutta venduta nei supermercati sia più nutriente di qualsiasi cibo cotto, dimostra una superficialità irresponsabile, perché prendere in considerazione tali affermazioni può portare a spiacevoli conseguenze.
Potrebbe sembrare un invito ad acquistare qualsiasi frutto al supermercato perché tanto “è più nutriente di qualsiasi cibo cotto”.
In passato anch’io pensavo che anche la frutta del supermercato andasse comunque bene per una sana alimentazione, ma dopo aver esaminato accuratamente i problemi che derivano dalle coltivazioni intensive, che servono le catene della grande distribuzione, ho dovuto ricredermi.
E’ necessario sapere che oltre a non tutelare la salute dei consumatori, le coltivazioni intensive incidono pesantemente sull’ambiente, sul paesaggio e sulla flora e fauna del territorio a vasto raggio.
Il genere più comune di coltivazione intensiva è la mono cultura integrata, che sebbene la macchina pubblicitaria spinga l’idea che la coltivazione integrata rispetti la salute dell’uomo e l’ambiente è vero il contrario.
Questo rapporto sulla melicoltura intensiva dell’Alto Adige spiega cosa comportano tali coltivazioni:
- Semplificano il paesaggio agrario e rendono molto difficile la presenza e la vita delle specie selvatiche, sia animali che vegetali. Come conseguenza si ha l’impoverimento della flora e della fauna naturale (bassa diversità biologica).
- Si ha la scomparsa delle varietà di frutta originarie, soppiantate dalla varietà immesse sul mercato.
- Le esigenze di produttività e di mantenimento della fertilità spingono a forti concimazioni minerali. Le conseguenze sono la perdita di sostanza organica nel terreno e il rilascio di elementi concimanti (azoto, fosforo) nell’ambiente a causa dell’eccesso di concimazioni.
- L’uso di piante selezionate per specializzazione produttiva comporta un forte impiego di pesticidi e fitofarmaci con dispersione nell’ambiente. Si possono avere fenomeni di tossicità a carico dell’uomo e delle biocenosi collegate agli ecosistemi.
- Si ha un elevato consumo energetico (energia ausiliaria) a causa del continuo apporto di concimi di sintesi, del massiccio impiego di prodotti fitosanitari e di diserbanti, dell’impiego di macchinari, aumentando il consumo di energie non rinnovabili (petrolio).
- Si ha degrado del paesaggio a causa della eliminazione di elementi strutturali: boschi di fondovalle, prati, siepi, muri a secco, singoli alberi sono stati eliminati per fare posto alle coltivazioni intensive creando un paesaggio monotono e degradato.
- La maggior parte delle mele prodotte in Alto Adige viene trasportata per lunghe distanze causando un elevato consumo di energie non rinnovabili, inquinamento ed emissioni di CO2. Il tipo di agroecosistema ottenuto, spinto all’estremo della monocoltura, influisce quindi pesantemente sull’ambiente. Questo tipo di agricoltura, caratterizzato da una forte industrializzazione e finalizzata alla massima produzione, ha perso il ruolo di garante della conservazione del territorio e di tutela dell’ambiente.
Con la conversione di boschi ripali, prati e pascoli ed arativi in colture intensive di melo, negli ultimi decenni sono stati danneggiati e distrutti in modo duraturo gli habitat della flora e della fauna. Nel paesaggio diventato particolarmente monotono vengono sfruttate a scopo agricolo praticamente tutte le superfici disponibili. Oltre che alla perdita degli habitat, la scomparsa di animali e piante è dovuta all’elevata immissione di fertilizzanti, all’impiego di insetticidi, diserbanti e fungicidi. Numerose sono le specie animali in estinzione.
Puoi sapere in modo esauriente a cosa contribuisci acquistando una mela in un supermercato o da un fruttivendolo che acquista ai mercati generali leggendo il rapporto completo.
Ritornando agli integratori, leggo che non si dovrebbero prendere perché Ehret non li ha mai proposti. E’ chiaro che chi fa tali affermazioni non tiene conto che i terreni di cento anni fa producevano ben altra frutta di quella di adesso e l’uso dei concimi chimici non era ancora iniziato come prassi. Ed è un errore generalizzare, per quanto in molti casi sia possibile nutrirsi di sola frutta e verdura cruda, in altri dove una persona ha la salute alquanto compromessa gli integratori potrebbero risolvere gravi carenze nutrizionali.
Sono certo che Ehret non abbia mai parlato di integratori, come sono certo che non abbia mai parlato di Internet. L’utilizzo commerciale degli integratori ha avuto inizio negli anni ’40.
L’argomento integratori è solo un tassello dell’intero mondo della salute e dell’alimentazione naturale. Il sito ArnoldEhret.it creato nel 2005 per promuovere inizialmente il libro Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco, ed ora l’opera completa di sei volumi di Arnold Ehret, fornisce preziose informazioni su svariate aree di intervento per rimuovere gli ostacoli al conseguimento della perfetta salute.
Importante contributo sono tutte le informazioni sui denti devitalizzati, fattore di patogenesi finora quasi completamente ignorato ma di vitale importanza.
Il sistema di Arnold Ehret va bene così com’è. Diffidate da individui che oltre mostrando superficialità e faciloneria pretendono di modernizzare il suo sistema di guarigione.
Cogli queste ultime parole con cui concludo l’articolo, se ritieni che possano essere degne di essere prese in considerazione in quanto dette da uno scienziato in fisica quantistica e autore di fama mondiale come Vadim Zeland:
Il libro [Il sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco – N.d.A], scritto all’inizio del secolo scorso (per quanto la medicina moderna e la dietetica abbiano fatto molti passi in avanti) oggi non solo non è obsoleto, ma è diventato ancora più importante e prezioso. Perché non è obsoleto? Perché in effetti, la medicina e la dietetica, come cento anni fa non lo potevano superare, anche oggi non lo hanno superato.
– Dalla prefazione di Vadim Zeland all’edizione in russo del Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco.